Un caffè nero, torrefatto alla francese ma servito e preparato in Svezia, è quello che ci aspetta come metafora di una musica svedese con retrogusto francese.
No, no, niente bourrée, chabrette o altro… Questa è musica svedese!! Tanto svedese da contenere polske in gran quantità (8 su 15 pezzi) ed essere preceduta da un primo disco, del 1993, che rappresenta la Svezia all’interno di una collana sulle musiche e i canti del mondo.Tuttavia a nessuno può sfuggire nel retro del CD l’immagine defilata, ma sempre presente, di Jean-Pierre Yvert; di questo organettista francese che già da qualche decennio ha tradotto la sua passione per la musica tradizionale scandinava (ricordate i Ncken?) in dischi, stage e metodi, spesso tradotti e prodotti in Svezia.
Dell’esperienza dei Ncken questo disco sembra portare con sè una grande maestria negli arrangiamenti e la capacità di creare atmosfere senza l’utilizzo di sintetizzatori o la presenza di profondi echi artificiali o naturali.
Senza l’utilizzo di sintetizzatori, ma con il supporto di strumenti che in alcuni casi poco hanno a che fare con la tradizione svedese (è il caso del flauto a becco e del clarinetto basso di Bill McChesney o del bouzouki di Simon Stlspets), questo disco è adatto a chi vuole stare nel bel mezzo di un genere che vede ai suoi estremi le percussioni elettroniche di gruppi come gli Hedningarna o le registrazioni di semplici assoli violinistici di anziani spelmn.
Condotti per mano dall’organetto e il flauto armonico di Yvert, dal violino di Maria Jonsson (con Yvert unica sopravvissuta del precedente disco), dalla voce di Eva Rune e dagli strumenti dei musicisti già citati, il percorso verso le tradizioni del Nord sarà semplice e piacevole come un caffè nero in un mattino invernale.
Tiziano Menduto
Rost, Fransk – “Svart Kaffe” (CD)
L’Autre Distribution – AD0077C, 1997
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