Recensire Notte a Tre Zeri è un po’ come darsi una zappa sui piedi. Comunque lo farai ti farai male… Eppure da buon masochista ci provo, convinto che nelle imprese disperate si riesca a trovare più sale che nelle recensioni patinate e pagate di Ciao 2001.
Notte a tre zeri è probabilmente tutto quello che non vi aspettereste da un gruppo che si chiama Suonatori delle Quattro province. Specialmente se non avete seguito gli ultimi concerti o chiacchierato amichevolmente davanti ad un bicchiere di vino con Stefano Valla o un qualsiasi altro musicista del gruppo.
Partiamo da questo punto. Dalla delusione.
Un tubetto che si chiamasse PuliDenti e avesse dentro un sapone per le mani potrebbe essere considerato sicuramente un piccolo imbroglio. E’ questo il sentimento che può provare chi ascolti queste musiche per la prima volta. Niente liscio tradizionale, niente monferrine, neanche nascoste da qualche arrangiamento. Niente che possa arrivare dalle tradizioni di quell’area che è chiamata Quattro Province (Alessandria, Pavia, Piacenza, Genova). Solo canzoni e un brano strumentale. Canzoni che, con nessuna intenzione di usare il termine in senso dispregiativo, sono considerabili di musica leggera. Il piffero c’è ancora da qualche parte e svolge difficilmente il suo ruolo di legame con il passato: non è più lo strumento portante, si ascolta poco e sembra subire, non casualmente, lo stesso destino della voce di Stefano (piffero e voce). Piffero e voce sembrano in un mondo che non è il loro.
Ed in questo senso ci si sente defraudati di una delle voci e uno degli strumenti più interessanti del panorama musicale italiano.
Allora si guarda ancora il CD che si ha nelle mani. Si guarda bene il titolo. Sì, sono proprio i Suonatori delle Quattro Province. E mentre li si ascolta con l’espressione ancora sorpresa ci si rende conto di una cosa; una cosa che spesso in molti dischi di folk è messa un po’ da parte; da parte come qualcosa che si considera affrettatamente meno importante dello stile, degli strumenti, dei virtuosismi,…: la musica.
Parliamo proprio di questo. Della Musica.
Finalmente arrangiamenti e armonie interessanti!
Già dal primo brano, “Con melodia”, si può ascoltare la gradevolezza della sovrapposizione di tempi e controtempi che si rincorrono attraverso la voce di Stefano. Poi addirittura una canzone, “Cuore e batticuore”, in 5/8 o qualche reminiscenza di Capossela e piccole improvvisazioni in “Notte a tre zeri”. Per non parlare delle atmosfere di “Farfalle e bugie”, una storia tragica raccontata con armonie assolutamente originali (posso dire, in questo gioco superficiale delle citazioni, che mi ricordano i momenti migliori degli Stormy Six?).
Sì, una musica leggera mai scontata che appare come il frutto di ciò che di meglio ci ha lasciato in passato una certa musica sperimentale (cioè non facilmente etichettabile) italiana. Una musica che sembra cercare e trovare senso e messaggio (anche se nel libretto mancano doverose introduzioni o spiegazioni) proprio nel titolo di questo lavoro.“Notte a tre zeri”, come riferimento al passaggio al 2000, come riferimento ad un futuro musicale. Un futuro dove la musica, anche nel nostro mondo di revival, riprenda quel ruolo che le è dovuto.
Un CD, insomma, al tempo ricco di luci e ombre. Qualcosa che forse è il primo passaggio obbligato verso un pianeta musicale nuovo. Un passaggio verso altro, qualcosa che ha un equilibrio ancora da costruire.
Tiziano Menduto
I Suonatori delle Quattro Province – “Notte a Tre Zeri” (CD)
AUDIAR-CD 0134966262, 2001
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