Perfetti sconosciuti, i Rust Kings ci hanno regalato uno dei dischi di american folk più belli ascoltati quest’anno, arrivano da Smoot / Greenbrier County, West Virginia e il loro linguaggio espressivo è impregnato di tradizione e grondante radici; il progetto del gruppo è venuto alla luce grazie all’intraprendenza di Allan Sizemore (twang vocal, banjo, guitar, dobro, armonica) coadiuvato da Jeannie Hoffman (vocal & guitar, six string banjo) ai quali si sono aggregati Mike Zimmerman (percussion & vocals), Charlie Hatcher (electric & standup bass, vocals), Paul Johnson (guitar &vocals), Keith Minguez (mandolin & vocals) e Xander Gullino (violino).
Hotel West Virginia è uno di quei dischi inaspettati che ti ritrovi ad (ri)ascoltare a lungo senza un perché apparente, lo infili ripetutamente nel lettore e schiacci play, quello che ne esce fuori è una sorta di rural-roots parecchio intrigante, con armonie e melodie d’una onestà disarmante e che abbracciano intonazioni old-time, rockin’ bluegrass, gospel country & folk, manipolandole e scompigliandole per poi annodarle e farle confluire in capacità espressive penetranti e significative; se andassimo a frugare nel loro portabagagli scopriremmo che Allan Sizemore & soci hanno all’attivo almeno un altro paio di lavori: “Hey Indiana I Love You” e “Lo-Fi Heartache” , ma “Hotel West Virginia” possiede quella dose di evanescente magia che lo rende peculiare; certamente non inventano nulla di nuovo, il loro sentiero l’hanno percorso in tanti, però è un disco che, [al pari di quelli degli Handsome Family, Hackensaw Boys, Bellwether, Old Medicine Show, Richmond Fontaine o King Wilkie], affascina e cattura con ballate bucoliche o effervescenti scarozzamenti folk-grass.
Un disco brillantemente positivo e leale…tra i miei favoriti dell’anno.
Claudio Giuliani
Rust Kings – “Hotel West Virginia” (CD)
Dren Records, 2007
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