Era una vita che non riascoltavo i primi due lavori solisti di Peter Rowan, due dischi che ai tempi ho ascoltato a lungo con soddisfazione; per questa ragione ho accolto con favore questa ristampa in una serie estremamente economica edita dall’olandese Continental che contiene “Peter Rowan” (1978) e “Medicine Trail” (1980), due capitoli di una copiosa discografia che a distanza di trent’anni suonano ancora pieni e concreti.
Peter Rowan è un errante giramondo della traditional music nordamericana. Dotato di una bella voce, lo troviamo già in età giovanile con la sua chitarra e la sua mandola schierarsi nei Blue Grass Boys di Bill Monroe; poi con David Grisman fonda gli Earth Opera e qualche tempo dopo con il violinista Richard Greene dà vita ai Seatrain. Successivamente con gli amici Grisman, Green, Bill Keith e Clarence White incide quel magnifico disco che è “Muleskinner”, all’epoca un capolavoro di equilibrio tra tradizione e innovazione; ma il giovanotto è un iperattivo ed è contemporaneamente coinvolto con il poliedrico Grisman nel progetto “Old & In The Way” al fianco di Jerry Garcia e di Vassar Clements; oltre a ciò coadiuva i fratelli Chris e Lorin dando vita ai Rowans (se in qualche fiera del vinile riuscite a trovarlo, non lasciatevi sfuggire l’occasione di impadronirvi di “Sibling Rivalry”).
“Peter Rowan” edito per la FlingFish, è un debutto adulto, una sequenza del Rowan migliore che ci regala songs di indubbio valore: da “Outlaw Love” alla sua “Panama Red”, all’epoca un grosso successo dei New Riders Purple Sage che gli avevano sgraffignato il brano; dalla nostalgica “Gypsy King’s Farewell” alla la splendida “A Woman In Love”; “Free Mexican Airforce” con Flaco Jimenez è stellare mentre “Land Of Navajo” è una tra le sue più belle canzoni di sempre, composta dopo una lunga permanenza trascorsa all’interno della riserva dei nativi americani; è una ballad che non mi stancherò mai di ascoltare, piena di pathos e tensione. Tra i musicisti c’è Richard Greene che con il suo violino dà corpo a spazi d’aria e colore, provate per esempio ad ascoltare “When I Was A Cowboy” o l’eccellente “Midnite Moonlight” e concorderete con lo scrivente.
A confermare le buone valutazioni seguirà “Medicine Trail”: seducenti umori tex-mex erano già presenti in Peter Rowan ma qui, in “Riding High In Texas”, appaiono più marcati (hermano Flaco Jimenez è sempre in pista); nella melodiosa “My Foolish Pride” c’è il dobro di Mike Auldridge e il basso di Tom Gray (Seldom Scene). Non mancano aperture yodel a coniugare radici che portano a Jimmie Rodgers con “Prairie Lullabye”. Suggestivamente ammaliante è “Maui Momma” e meritevoli di menzione “Revelation” e “River Of Stone”.
A “Medicine Trail” mancano due tracks rispetto all’originale, ma ciò non inficia il valore di questa ristampa che ci dà l’opportunità di riappropriarci di un pugno di songs con in tasca l’età dell’innocenza.
Claudio Giuliani
Rowan, Peter – “The Free Mexican Airforce” (CD)
CRS Continental – RCCD002, 2009 (ristampa)
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