L’organico e la strumentazione di Suite africaine sono i seguenti: Aldo Romano alla batteria, Louis Sclavis al clarinetto e al sax soprano, Henry Texier al contrabbasso, Guy Le Querrec alla Leica. Sì, avete letto bene: una Leica (per la precisione due: una M6 ed una R6). Perché Guy Le Querrec è un fotografo e Suite africaine non è solo un CD: si tratta di un album costituito da un disco e da un libro fotografico, avente per soggetto paesi e persone visitati e incontrati dal gruppo nel corso di una tournée nell’Est e nel Sud dell’Africa svoltasi dal 15 settembre al 5 ottobre 1997. Certamente, trattandosi di jazz, ci troviamo di fronte ad un tipo di musica che usualmente non viene trattata da Folk Bulletin. Ma l’operazione, a nostro parere va lo stesso segnalata, in quanto il progetto che sta dietro Suite Africaine è la ricerca delle radici etniche della musica jazz. I quindici brani che compongono il disco sono stati infatti ispirati, a detta degli autori/esecutori, dalla loro esperienza africana, che non si è risolta solo con una serie di concerti in teatri o in situazioni comunque organizzate, ma è stata completata ed arricchita da performance che i quattro, hanno realizzato in luoghi diversi dei paesi visitati, insieme a musicisti e danzatori locali, a volte unendo i propri suoni a quelli degli strumenti tradizionali, e cercando sempre il coinvolgimento dei presenti (come mostrano le foto di Le Querrec). Nel disco non compaiono né strumenti tradizionali, né esecutori africani. Ma rimangono le atmosfere, le sonorità, lo spirito. I titoli sono significativi: “Hauts plateux”, “Soweto sorrow”, “Ggaba”, “Water buffalo”, “Impala”, ecc.. Tutti chiaramente riferiti all’Africa e in particolare a luoghi d’Etiopia, Uganda, Ruanda, Kenya, Namibia, Sudafrica e Mozambico, le nazioni cioè visitate dal gruppo. Altrettanto interesse meritano le immagini di Guy Le Querrec, ottimo fotografo appartenente alla leggendaria Agenzia Magnum. Si tratta di foto che solo in parte mostrano l’Africa esotica dell’immaginario comune. Certo sono presenti paesaggi ed animali e il cielo mantiene, anche in bianco e nero, quella luce particolare che ha in Africa, ma protagoniste principali sono le persone, riprese in diversi momenti della loro vita quotidiana: la pesca, il lavoro, le feste, il mercato. Molte naturalmente le foto durante i concerti improvvisati da Texier, Sclavis e Romano insieme a musicisti locali, con la gente attorno ad ascoltare e partecipare. Concerti eseguiti in situazioni disparate, magari all’angolo di una strada nella township di Soweto, sulle sponde del lago Vittoria, nei giardini pubblici di Nairobi o in un villaggio etiopico, ma probabilmente più sentiti e più soddisfacenti di quelli in un’attrezzatissima sala da concerto. Un album da ascoltare e da guardare!
Marco G. La Viola
Romano, Sclavis, Texier, Le Querrec – “Carnet de Routes. Suite Africaine” (CD)
Label Bleu – BP0631, 1999
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