MACMEANMNA SKYECD 44, 2007 – FOLK CONTEMPORANEO/SCOZIA/ARMONICA
“Keil Road” è il nuovo splendido album di Donald Black, armonicista scozzese di Glasgow, di cui abbiamo già parlato in occasione della recensione del suo ottimo album “Close to home”. Gli appassionati italiani si ricorderanno certamente la sua memorabile esibizione nell’ambito del “Festival Internazionale dell’Armonica”, un evento da me curato, e proficuamente organizzato dalla Frame Events, nell’ormai lontano 2003. Scoperto anni fa da Phil Cunningham in un bar dove stava suonando per puro divertimento, Black suona l’armonica dall’età di quattro anni e fu proprio il grande musicista scozzese a produrre il suo primo album “Westwind” edito dalla Greentrax. “Keil Road” è un disco che sicuramente ci rinfranca sull’ottimo stato in cui versa l’armonica folk nelle isole britanniche ed è sicuramente ispirato dall’incantevole luogo in cui vive l’armonicista scozzese, un luogo dove il tempo sembra essersi magicamente fermato.Va subito detto che rispetto all’album precedente questo nuovo lavoro di Black è per certi versi più tradizionale: si passa quindi con estrema naturalezza dal classico pipe tune scozzese alla commovente slow air celtica, il tutto unito a nuove e meditative composizioni di folk contemporaneo. Tra i brani più emozionanti del cd voglio segnalare soprattutto la title track, una composizione dello stesso Donald Black dedicata con nostalgia ed affetto alla stradina di campagna percorsa mille volte durante la sua infanzia. Un brano dall’arrangiamento davvero sublime in cui spicca il magnifico lavoro delle tastiere e del flauto. Sono le atmosfere lente ed evocative quelle privilegiate da Black in questo album e proprio tra queste vanno annoverate le migliori song del disco. Si va quindi dal riflessivo brano iniziale tutto giocato sulle armonie sospese create da armonica, piano, organo e chitarre al brano seguente che si avvale dello splendido violino del grande Aly Bain. E sono davvero tanti i brani che in questo disco sono riusciti a toccarmi il cuore: dalla traccia quattro contraddistinta dall’ottimo melange sonoro di fisarmonica, arpa e piano, al brano cinque una splendida canzone impreziosita dalla bella voce di Catriona Laird. Le danze si fanno un po’ più movimentate, (ma non troppo), con “Waltz Quadrille”, un bel valzer in 6/8 con la fisarmonica sugli scudi e l’aria simpaticamente fischiettata dallo stesso Donald che ci pregia anche di un ottimo lavoro armonicistico. Il disco è essenzialmente un lavoro acustico, con arrangiamenti parchi ma di grande gusto. Uno dei pochissimi interventi di chitarra elettrica, per altro sempre molto discreti ma altrettanto efficaci compare nella traccia numero otto, un brano in cui Black riprende l’armonica tremolo, strumento lasciato da Donald per un attimo da parte in questo lavoro a favore di una ancora più classica armonica diatonica a dieci fori. Black si rivela anche sensibile cantante nel traditional gaelico “Gleann Bhaile Chaoil”. Il disco si conclude in bellezza con uno splendido brano di Malcom Jones il compositore/multistrumentista che qualcuno ricorderà con la celebre band scozzese “Runrig”. Nel libretto del disco si legge che Donald ha imparato questa dolcissima melodia durante le registrazioni di “Close to home” il suo precedente album inciso in collaborazione con Jones. Ad accompagnare l’armonista scozzese in questo disco una folta schiera di eccellenti musicisti tra i quali spiccano sicuramente il già citato Aly Bain e Duncan Cisholm al violino, Allan Anderson al piano e alle tastiere (anche eccellente produttore dell’album), Donnie McKenzie alla chitarra acustica, Iain Mac Donald al flauto, Donald Shaw alla fisarmonica, Alex Dalglish alle chitarre elettriche ed acustiche, Neil Johnstone al violoncello, Duncan Lyall al contrabbasso e Freaser Fifield sax soprano nel brano conclusivo. Un lavoro quindi nostalgico e ispirato che sicuramente piacerà sia agli appassionati di musica celtica sia a coloro che amano il suono malinconico e commovente delle dieci ance. Un disco imperdibile per chi vuole farsi cullare da atmosfere magiche e sognanti.
Fabrizio Poggi
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