Ecco qua uno dei dischi più stuzzicanti che ho ascoltato negli ultimi tempi: un crogiuolo di frizzanti sonorità roots che sfociano in un impasto di stili e bagagli di saperi e concordanze che annodano dinamismo ed entusiasmante energia creativa, che mischiano hillibilly’n’roll, western swing prebellico & spruzzi jazz-bluesy, cajun country & creole zydeco music. E’ uno di quei dischetti che con immediatezza ti catturano per la sua freschezza e per la sua capacità di distribuire magnetismi coinvolgenti e spargere risonanze roots che sanno essere senza tempo e sempre rigogliosamente vitali.
Dalle nostre parti i Red Stick Ramblers li conosciamo forse in quattro gatti, ma meritano senz’altro un’esposizione più rilevante e ve li segnaliamo con estremo piacere. Arrivano dal southwest Louisiana e il gruppo è composto da Linzay Young (lead vocal, violino), Kevin Wimmer (violino, vocals), Chas Justus (guitar, vocals), Glenn Fields (drums) e Eric Frey (upright bass, vocals); all’attivo hanno altri tre album: l’omonimo esordio del 2002 edito per Louisiana Radio Records, Bring It On Down (2003 Memphis International Rec.), Right Key, Wrong Keyhole (2005 Memphis International Rec.), c’è poi un promo-preview-ep con due brani nuovi e due inediti edito da Sugar Hill e, oltre a ciò, i Red Stick Rambler sono presenti sulla compilation Merlefest Live! The Best of 2003 (dove eseguono una buona Main Street Blues e si ritrovano in compagnia di Doc Watson, Guy Clark, Asleep At The Wheel) e li ritroviamo anche nel box Doctors. Professors, kings & Queens: The Big Ol’Box of New Orleans (2004).
Si parte con la title track Made in the Shade, un piacevole rustico hillibilly-rock’n’roll dai sapori rurali a cui segue Evenin’ , un apprezzabile swing dalla corteccia jazz old-blue-style e che vede la partecipazione del coproduttore Dirk Powell al piano. Les Oiseaux Von Chanter (The Birds Are Going To Sing) ha le espressioni di una maculata cajun murder ballad; poi c’è Latrina che si sgroviglia dalle pastoie dei cenacoli per sgranchirsi vivacemente sui bui binari del bayou. Don’t Cry Baby è uno slow swing dalla raffinata signorilità notturna presa in prestito dal repertorio di Bob Wills mentre Lasse Les Cajuns Danser è un classico di Belton Richard che con la sua impulsività cajun vede il coinvolgimento di Blake Miller (Pine Leaf Boys) alla fisarmonica e di Chris Stafford (La Bande Feufollet) all’elettrica.
Hot Tamale Baby è uno scatenato zydeco di Clifton Chenier che ci viene qui reso in una vigorosa e irrequieta versione ad alto tasso calorico; Some Of These Days è un gustoso e irrefrenabile jazz swing che ci riporta agli anni ‘30/’40. Con Tes Parents Ne Veulent Plus Me Voir si torna sulle sponde del bayou per sbarellare sulle movenze dei suoni cajun con i violini che si intrecciano, si aggrovigliano e si appallottolano per sputare scintille e sfolgorii mentre la conclusiva The Smeckled Suite è una lunga jam di quasi dieci minuti che aggrega neurotoniche increspature psichedeliche e ammiccamenti gitani.
Made In The Shade è un disco giocondo & raggiante, un album brillante & positivo che sicuramente tornerà a girare a lungo nel mio cd-player.
Claudio Giuliani
Red Stick Ramblers – “Made in The Shade” (CD)
Sugar Hill Records – SUG-CD-4038, 2008
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