di Tiziano Menduto
Al primo ascolto mi è parso di ricordare qualcosa del passato, quelle canzoni in cui il testo assumeva un valore forte, un valore poetico preponderante rispetto all’apporto musicale. Poi le canzoni si snocciolano, alla chitarra, finemente suonata e accompagnata, si aggiungono altri strumenti, una batteria mai eccessiva ma spesso necessaria, un basso, un pianoforte, un violoncello e qualche impronta qui e là di strumenti più abituali al nostro giornale: flauto armonico, organetto, tammorra, sopela (un oboe popolare istriano),… E la musica si arricchisce di sonorità e di echi musicali, semplici ma quasi sempre ben costruiti.
L’ascolto dei Blixxa, al loro primo disco registrato nella primavera del 2007, è fluido e piacevole.
Il gruppo, composto da Carlo Cesare (chitarra e, in alcuni brani, voce), Eros Bravo (batteria), Giordano Gondolo (voce), Roberto Marziali (basso), ci presenta un album eterogeneo capace di raccontare storie e di raccogliere emozioni, fondando sulla chitarra classica e sulla voce i suoi vertici.
Ma è sempre la parola la vera protagonista, un testo che si può leggere come poesia e che si presta, partendo da questo buon esordio, a ulteriori viaggi ed esperienze musicali.
FOLKEST DISCHI DF65, 2007 – CANZONE D’AUTORE
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