Il Sannio Beneventano ha sempre costituito un territorio ove la religiosità, il senso del sacro, i culti devozionali, sono sentiti con particolare adesione dalla popolazione, rappresentando nel tempo anche un marcatore di identità territoriale. Il progetto della via Francigena del Sud, sviluppato nell’ambito del programma comunitario LEADER Plus dal Consorzio GAL Titerno (BN), si muove su un ideale pellegrinaggio che parte da Roma in direzione della Terra Santa, passa per il basso Lazio e la Campania fino alle coste della Puglia e prosegue da lì, per mare e per terra, sino a Gerusalemme (in senso inverso rispetto al percorso compiuto nei secoli dai pellegrini dal Medioevo in poi). Un primo tratto di questa via verso Oriente attraverserebbe proprio il Sannio: in effetti, chi voleva raggiungere Gerusalemme e la Terra Santa non poteva non attraversare quest’area, in particolare la Valle Telesina, Benevento e il basso Fortore che hanno rappresentato da sempre un passaggio tra i mari Tirreno e Adriatico. Nello sviluppo di questo progetto, le azioni sul territorio hanno mirato anche alla realizzazione di eventi culturali e formativi: Recorrimo a lo sepolcro è il titolo del CD che raccoglie brani musicali della tradizione che fanno riferimento al “sacro” in provincia di Benevento, finito di registrare nel 2006 dall’associazione culturale Viento; esso comprende otto tracce musicali che spaziano nel repertorio devozionale di tutta la provincia. Si inizia con i culti di San Michele a Frasso Telesino nei quali veniva portata in processione la statua del santo alla chiesetta rupestre sul monte Sant’Angelo, poi c’è l’inno a San Menna, eremita di Vitulano, intonato dai fedeli in pellegrinaggio sul monte Pentime, quindi il canto alla Madonna dell’Assunta nel momento in cui viene aperta la lastra della nicchia in cui è custodita la statua, al culmine dei riti penitenziali settennali di Guardia Sanframondi. Il percorso religioso prosegue con il pellegrinaggio verso il santuario della Madonna di Montevergine con una cantafera, litania raccolta nella valle vitulanese, poi con l’omaggio a San Barbato, che estirpò il noce sotto cui, secondo la credenza popolare, si riunivano le streghe per i sabba con il diavolo e convertì Benevento al Cristianesimo nel VII secolo d.C., il canto Recorrimo a lo sepolcro, che viene ancora intonato il giovedì santo nella chiesa parrocchiale di Buonalbergo, infine Speranza nova, omaggio a San Pio, unica traccia “d’autore” del CD.
La ricerca storica e la realizzazione musicale sono state curate dalla formazione Viento, costituita da Gabriele Canelli alle percussioni, Vincenzo Matarazzo e Marietta Mecchella alle voci, Emidio Petringa al contrabbasso ed Erasmo Petringa (da molti anni in sodalizio con Eugenio Bennato) alle chitarre, a cui si è aggiunta l’orchestra d’archi “I solisti beneventani”. Gli arrangiamenti, rispettosi del materiale di partenza, assecondano il gusto musicale contemporaneo ed innestano percussioni, plettri e archi con interventi garbati e discreti senza snaturare il contesto d’origine dei brani e la loro funzione liturgica o rituale. Un lavoro sulla memoria, dunque, affinché non vadano persi alcuni tasselli della musica delle tradizioni popolari, a cui contribuisce anche il booklet allegato, curato da Massimo Pellegrino Cavalluzzo, ricco di notizie storiche e informazioni sui canti.
Carla Visca
Viento – “Recorrimo a lo Sepolcro” (CD)
Gal Titerno, 2006
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