Le Murge sono uno dei luoghi più belli della Puglia, forse d’Italia. Per apprezzarne la magia, vi consigliamo di passarci attraverso in primavera, quando i mari d’erba fanno ricordare l’Irlanda e i paesi bianchi o pietrosi, arroccati sui picchi, sembrano falchi pronti a spiccare il volo. Gli Uaragniaun vengono da là, e sono un gruppo strano. Essenzialmente un trio
(Luigi Bolognese, chitarra mandoloncello bouzouki; Maria Moramarco, voce; Silvio Teot, tammorra, darbukka, percussioni), in realtà un gruppo aperto a collaborazioni di ogni tipo. Arrangiamenti, ricostruzioni melodiche e armoniche su temi popolari sono -tranne poche eccezioni- saldamente nelle loro mani; la voce di lei, modernamente antica e capace di addolcire perfino un dialetto rugoso e pieno di inceppamenti come quello di Altamura, è molto più di un filo d’Arianna che lega fra loro i vari momenti del disco… Si può dire, insomma, che il trio è veramente un trio, ma la pienezza e la varietà dei suoni di questo “Squarrajazz” dipendono in gran parte proprio dagli ospiti. Non che la questione ci tolga il sonno, ma è solo per confermare che loro sono un gruppo strano. Capace, però, di invitare alla propria mensa sonora convitati illustri. Qualche nome? Ambrogio Sparagna (che scrive anche l’interessante introduzione sul libretto), Daniele Sepe, Piero Ricci, Nico Berardi, Lino Miniscalco, Giovanni loiudice, Rocco De Rosa, Alfredo Cornacchia, Pino Colonna, Filippo Giordano, Davide Torrente e altri ancora… Il risultato è un disco assai convincente, pieno di sorprese, simpaticamente frastornato nel suo susseguirsi di curve e controcurve e improvvisi rettilinei pieni di saliscendi, proprio come le strade delle Murge. D’altra parte “Squarrajazz” in altamurese significa proprio “trambusto” e l’effetto, straniante e piacevole, che il disco procura è proprio questo. Un disco creativo e rigoroso allo stesso tempo, che restituisce senza false nostalgie o assurdi scimmiottamenti neoarcadici una sensibilità tipicamente popolare, pur esprimendosi ad elevatissimi livelli tecnici e di ispirazione.
Peccato che, così com’è, “Squarrajazz” possa essere soltanto un disco e non uno spettacolo da ascoltare in qualche festival estivo: notiamo con rammarico l’assenza del gruppo dai calendari attualmente in nostro possesso… speriamo si tratti solo di disinformazione da parte nostra e che qualcuno possa godere anche dal vivo delle emozioni e del coinvolgimento che abbiamo provato noi. Intanto, per non correre rischi, comprate questo disco e ascoltatelo parecchio: non vi stancherà.
Enrico Lucchesi
Uaragniaun – “Skuarrajazz” (CD)
Dunya Records – FY8008, 2000
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