Da circa trent’anni, il revival occitano in Italia trae energia vitale dal dualismo fra la componente più sperimentale ed elettrica (Lou Dalfin, Gai Saber, Lou Tapage…) e quella più legata alla tradizione (Silvio Peron-Gabriele Ferrero, Senhal, Compagnons Roulants…). È con autentica sorpresa, e molto piacere, che annunciamo l’apertura ufficiale di un terzo fronte grazie all’uscita del primo disco di una formazione attiva già da qualche anno, impegnata inizialmente nell’animare feste da ballo ma oggi pronta a reggere pienamente un concerto d’ascolto. La ricetta del loro fare musica è semplice: suoni rigorosamente acustici, ma nello stesso tempo ricerca quasi esasperata di novità nell’uso degli strumenti (violino, organetti, ghironda, chitarra classica, voce). Un esempio, per capirci meglio prima di andare avanti: un brano celebre come La Chansoun di Espouze qui viene divelto dalle fondamenta e quasi ricomposto, pur mantenuto intatto nell’ossatura ma condotto a un’esasperata riscrittura, che gli conferisce novità e continuità allo stesso tempo. E come La Chansoun, la quasi irriconoscibile ma pur ballabilissima Mazourco, la Gamaoucho, le Courente de Juzep da’ Rous… Da questo punto di vista, il lavoro di Trigomigo risulta essere quasi una novità assoluta nel folk contemporaneo italiano, protagonista di una terza via che è tanto immune dal contagio del folk-rock o dell’ethnodub quanto dalle altrettanto allettanti sirene di una sostanzialmente asettica riproposta a ricalco. Al di là delle Alpi, questa terza via è percorsa da anni da numerose formazioni, identificabili sotto l’ombrello accogliente del monosillabo Trad: e non certo a caso, fra i ringraziamenti, il primo a essere citato (e non per ordine alfabetico) è Patrick Vaillant, nume tutelare e ispiratore riconoscibile di molte scelte stilistiche dei Trigomigo, nonché arrangiatore della traccia La Chanson Nouvelo, in cui si esibisce anche al mandolino e alla voce. Non è tutto di facilissima lettura, questo ‘Scuzà-Ou Aquì, né peraltro era nelle intenzioni del gruppo registrare un disco uguale a tanti che sono già usciti nel corso dei decenni. Ma non sarà certo qualche intellettualismo di troppo e una talvolta troppo ostentata ricerca dell’insolito che ci faranno mutare il giudizio assolutamente positivo su uno dei migliori debutti discografici italiani degli ultimi anni. Trigomigo: giovani coraggiosi e consapevoli di cui sentiremo presto riparlare.
Enrico Lucchesi
Trigomigo - ” ‘scuza-ou Aqui” (CD)
Folk Club Ethnosuoni – ES5374, 2008
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