Sfidando addirittura una sovraesposizione produttiva, Riccardo Tesi regala incisioni discografiche a ritmo inconsueto, mai clonandosi, cercando di proporre sempre qualcosa di nuovo, un angolo meno visibile della sua arte, giusto per offrire a tutti la possibilità di scoprirlo, a poco a poco, secondo tempi che lui, e solo lui, vuole dettare. A un disco come “Solo organetto”, asciutto ed essenziale, ancorché prezioso, dichiarato ritorno al primo amore solista, non avrebbe potuto che fare seguito un’opera corale nella quale il suo strumento d’elezione desse prova della smisurata versatilità e di ogni complicità sia stato capace in tutti questi anni, sotto la sua attenta guida. E infatti abbiamo un’immagine negli occhi, un’immagine che ha onorato la copertina del nostro numero 239: quella di un padre affettuoso che accarezza lo strumento con le labbra, come a indicare la guida sicura, paterna, impressa ad una scatola dei suoni, dai tempi de “Il ballo della lepre” fino a “Colline”, passando per Ritmia, “Anita Anita”, le collaborazioni con i cantautori, le esperienze di una vita artistica intensa ma mai congestionata, tutta rincorsa fra coralità e intima concentrazione. Assaporata, sì, perché così ne vale davvero la pena. E’ un disco d’incontri, “PresenteRemoto”, incontri già avvenuti almeno una volta nella vita e proprio per questo immediatamente percepibili, come il Patrick Vaillant di “Jazzy”, la Ginevra Di Marco della fossatiana “La musica che gira intorno” (best cover di una delle nostre canzoni preferite di sempre), lo Stefano Bollani di “Mareggiata”, il Daniele Sepe di “Accorsa”, l’Elena Ledda di “Prata e Oru” e ancora tanti altri, che elencare pedissequamente vuol dire togliere anche un po’ di sorpresa, che in un disco così ha il suo perché. Non manca, per una sorta di mutua assistenza ad alti livelli espressivi, la presenza di Banditaliana, creazione in-stabile e mutante certezza, perenne sostegno e cameratesco esaudimento di ogni desiderio artistico del leader, mai come in questo caso primus inter pares, data l’eccellenza del contesto. C’è solo una cosa che non ci è piaciuta molto, ma ci può stare, ovviamente, e non lo diremo nemmeno sotto tortura: quando si ha la fortuna di poter ascoltare musica nella pienezza, perché ostinarsi a rovinare tutto con le parole? Il più bel modo per festeggiare il proprio trentesimo compleanno con l’organetto.
Roberto G. Sacchi
Tesi, Riccardo – “PresenteRemoto” (CD)
IlManifesto – CD183, 2007
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