La strada è arida e polverosa e quasi non è possibile distinguere la differenza tra la terra di Sicilia e quel Medio Oriente che appare al di là dell’orizzonte e del mare. Ma la differenza è solo nel linguaggio perché le sonorità sembrano appartenere al medesimo mondo. Un mondo arcaico e nascosto alla nostra capacità di immediata comprensione. Così per comprendere bene la profondità di questo “38° parallelo, Instabili terre” della compagnia di musiche popolari Terrae, ensemble che trae la sua forza e la sua ricchezza interpretativa dall’innegabile forza interiore che promana dai suoni ancestrali, eppure moderni, che emergono dalle note dei brani proposti da questo lavoro. Le parole in dialetto siciliano si alternano a brani strumentali pregnanti e profondi come “Jasmin” che riesce a trasferire l’angoscia e la malinconia di un popolo, quello iracheno, che subisce l’impossibilità di essere al di là della volontà dei dittatori prima e dei potenti dopo, dei terroristici ora. Potente e suggestiva è “A’ visilla”, brano costruito in maniera straordinariamente efficace e capace di catturare l’attenzione dell’ascoltatore più distratto. Si tratta, infatti, di un’operazione sonora di grande classe ottenuta inserendo segmenti di un canto polifonale del Venerdì Santo in un contesto elettronico. Il tutto, adeguatamente arricchito da percussioni costanti ed ossessive, rendono il brano di non indifferente compattezza emotiva. Impossibile non citare, infine, un brano quale “A’ Barunissa di Carini” che racconta di una lontana storia d’amore e morte del XVI° (che tanto colpì le cronache dei luoghi in cui si svolsero gli eventi tanto da rimanere nei feuilleton delle epoche successive) e la grazia di una sonorità antica racchiusa nel soffio iniziale di “Taqasim”, sorta di anelito alla vita nascosto nelle trame del soffio del vento, nell’oscurità del deserto, nel silenzio delle dune. Quelle reali e quelle nascoste nei nostri sogni, nelle nostre paure, nei desideri insondabili.
Rosario Pantaleo
Terrae – “38° Parallelo, Instabili Terre” (CD)
Folklub / Ethnosuoni – ES 5352, 2005
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