Della formazione che li ha resi noti in Italia a partire dalla metà degli anni Ottanta sono rimasti soltanto Alain Cadeillan (canto, fiati, percussioni) e Christian Lanau (violini acustici ed elettrici) e anche se perfino il nome è cambiato si può ben dire che i Perlinpinpin Folc sono ancora vivi e vitali, proponendosi come un raro esempio di coerenza stilistica e capacità di rinnovamento. Già da alcuni anni ai citati musicisti del sud della Francia si sono aggiunti i “nordici” Marc Anthony (ghironda elettroacustica) e Bernard Subert (clarinetto, cornamusa e canto) che già parteciparono a quell’incisione dei “Perlin” che si intitolava “Ténarèze”, nome ora assunto dal gruppo a segnalare la continuità di un discorso mai interrotto nonostante successive, ripetute defezioni dalla formazione a cinque originale, quella autrice di un capolavoro assoluto come è “Al Biule”, giusto per dare qualche indicazione a chi si è perso in questo intrico di entrate e uscite, di gruppi che si chiamano come i dischi ecc. ecc. Se poi pensiamo a cosa significa la parola ténaréze in occitano (la lingua nella quale i quattro persistono a scrivere la loro grande musica), la filosofia della formazione guascone/bretone/normanna risulta accresciuta da ulteriori tratti distintivi: la parola in questione definisce un sentiero leggendario che parte da un punto e arriva ad un altro senza ausilio di ponti o di altri artifici umani per aggirare gli ostacoli naturali. Una sfida musicale, quindi: quella di fare una musica acustica, assolutamente contemporanea, nel solco di una tradizione ricca e suggestiva, senza l’uso di facili scorciatoie o semplificazioni alla ricerca del consenso.
Questo “Auséths” è un’elegia in musica al mondo degli uccelli, un popolo cantante e migratore che da molti anni suggestiona la fantasia compositiva di Cadeillan e soci: chi ha assistito a quello che ci risulta essere stato il loro ultimo tour estivo in Italia, ne avrà già ascoltato qualche episodio…
Un grande disco per un grande gruppo, che raggiunge i suoi vertici nell’insieme dei suoni, prodotti da strumenti tradizionali o d’invenzione, costruiti con artifici tecnologici o oggetti quotidiani… grandi anche in questo, come ai tempi della ghironda carillon e dello scopofono.
A chi li ha amati come Perlinpinpin, una raccomandazione: compratene due copie e regalatene una a chi non li conosce. Vi ringrazierà.
Roberto G. Sacchi
Ténarèze – “Auseths” (CD)
Modal – MPJ111008, 1999
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