Attendevo con particolare ansia il terzo album dei Tannas, dopo il brillante esordio di “Heritage” (1994) e l’ancor più riuscito ”rù-rà”, uno dei migliori album del 1995. E’ quindi con una certa trepidazione che mi sono accinto all’ascolto di questo “Suilean dubh” (“Dark eyes”), pubblicato a ben quattro anni di distanza dal precedente e dopo numerosi cambi di formazione: diciamo subito che si tratta di un ottimo lavoro, anche se probabilmente non al livello di “rù-rà”.
E’ sicuramente un album di transizione verso un sound meno “tradizionale”, pur essendo tutti i brani cantati rigorosamente in gaelico e relativamente pochi quelli di composizione: “The lochaber Badger” del grande piper e whistler Fred Morrison, che compare anche come ospite in un paio di pezzi, gli strumentali “Andy’s Saltire” e “Caitlin”, scritti dall’ottima violinista Amy Geddes, “Thoir Dhomh do Lamh” (Give me your hand), composta da Sandra McKay, cantante e leader del gruppo. La vera novità sta in una maggiore aggressività ritmica, con un più accentuato uso di tastiere, basso e batteria rispetto ai primi due album, una novità che comunque rimane sempre abbastanza discreta e non toglie nulla alla complessiva piacevolezza del CD.
Lo standard dei brani rimane elevato, sia dal punto di vista compositivo, sia da quello esecutivo: i migliori mi sono sembrati, oltre a quelli già citati, la title-track, la prima canzone imparata da Sandra nella sua infanzia, il medley “Catharsis/Haighaidh O/Lexy Macaskill” e la stupenda canzone d’amore “Bi Falbh O’n Uinneig” (Go away from the window).
In ogni caso un album che conferma i Tannas come una delle migliori band scozzesi attualmente in circolazione, che, a mio parere, avrebbe bisogno di una maggiore stabilità per crescere ulteriormente, cosa che, a detta di Sandra McKay, non sembra facilissima, vista la grande fluidità e vivacità della scena scozzese.
Paolo Zara
Tannas – “Suilean Dubh” (CD)
KRL/Lochshore – CDLDL1289, 1999
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