Kalavrìa, secondi classificati nella selezione territoriale di Palermo, suoneranno sui palchi del decentramento di Folkest in Festa, in data e luogo da definire. In attesa di poterli ascoltare dal vivo, una breve intervista per conoscerli meglio.
Come molti gruppi che suonano musiche provenienti o ispirate dalle culture dell’Italia del Sud, avete scelto un nome che ha bisogno di una presentazione. Ce la volete fornire?
Il nome della band indica la denominazione d’origine della regione che la band vuole raccontare. Il termine “Kalavrìa”, infatti, in greco antico significa proprio “Calabria”.
La scelta di questo nome non è casuale, rispecchia la volontà dei fondatori di esportare all’esterno l’autenticità di una terra ancora sconosciuta con i suoi valori e le sue storie popolari, cariche di passione e sentimento.
Da quanto siete attivi come gruppo e come vi siete formati? Quanto i percorsi individuali dei singoli componenti hanno influito sulla creazione di un suono d’insieme? Presentatevi a chi ancora non vi conosce …
Il gruppo è attivo dal 1975. Si tratta di un progetto musicale che viene da lontano, dalla originaria denominazione de “Il Canzoniere di Pellaro” fondato da Nino Stellittano insieme al chitarrista Memè Zumbo.
Gli artisti coinvolti hanno diverse provenienze musicali ma sono accomunati da un unico obiettivo: “Cantare la Calabria” e dunque “cantare amore e libertà”, i valori che più di ogni altra cosa rappresentano la vera essenza della regione. A cantare la Calabria non solo musicisti del luogo ma anche artisti provenienti dalla Sicilia, affascinati da un progetto che rende viva la tradizione, amalgamando la ricerca storiografica popolare con la sperimentazione di suoni etno-pop.
Ogni componente della band dà in egual misura il proprio prezioso apporto, contribuendo a creare, tournèe dopo tournèe, la giusta armonia d’insieme. Il gruppo è così composto: Nino Stellittano – Voce, Chitarra battente, Tammorra; Michele Musarra -Sound Engeneer; Dario Sportaro – Batteria e Percussioni; Glauco Agrò – Chitarra; Luccio Nicolosi – Fisarmonica, Tastiere; Francesco Stillittano – Lyra Calabrese, Organetto, Tammorra, Zampogna, Demetrio Giordano- contrabbasso, mandolino, chitarra; Giuseppe Barillà- organetto, tamburello, fischietti; Carmelo Pansera- organetto, ciarameddha.
Impegnati in diverse tournèe nazionali ed internazionali, i Kalavrìa hanno sempre portato i valori della cultura popolare Calabrese nel mondo ma è la partecipazione all’Accademia della Canzone di Sanremo a renderli famosi. In questa occasione si collocheranno al 3 posto ex-equo con il brano “Lia Liuzza” in visione su RAI UNO.
L’ ultimo successo è l’album “Vinni mi Kantu” che nel 2009 ha conquistato la vetta Grande anche l’evidenza del 12° posto su “Superclassifica Show” del settimanale nella Top Album Mondadori per le vendite digitali, scalzando dal primo posto artisti del calibro di Eros Ramazzotti. Il disco primeggia le classifiche anche su “Sorrisi e Canzoni shopping”, “Donna Moderna Music Corner” e “Messaggerie Digitali”. “Sorrisi & Canzoni Tv”’. Dei Kalavrìa si interessa inoltre la tv digitale “Match Music” che li inserisce nel programma “Territorio Match Music”, proponendoli in dimensione live insieme a Lost, Sugarfree, J Ax, Irene Fornaciari. I canali SKY e Rete Italia hanno dedicato al gruppo diversi servizi e reportages.
Presentate il vostro spettacolo, gli strumenti e il loro ruolo, come si articola la vostra scaletta sul palco…
Per il 2012 il gruppo Kalavrìa presenta un nuovo ambizioso progetto “Il popolo Kalavria Kantarcanu – etnolivetour 12”. Non si tratta di un semplice spettacolo musicale, è molto di più. È una vera e propria filosofia di vita che prevede di gettare nuove basi sullo sviluppo economico del Sud Italia, riscoprendo i valori tradizionali della Calabria. Dopo aver approfondito per oltre trent’anni l’analisi del suono e degli strumenti antichi, la band ritorna al fulcro dal quale tutto trae origine: l’autentico spirito della Calabria. Proprio facendo leva sui valori della famiglia, del rispetto, della coesione popolare, del reciproco aiuto fraterno, dell’ospitalità verso lo straniero, il gruppo Kalavrìa fa conoscere alle nuove generazioni i principi fondamentali di una società che sta via via svanendo.
I Kalavrìa, attraverso l’arte della musica e il recupero di racconti popolari raccolti sul territorio, restituiscono nuovamente dignità alla figura del Calabrese. Quel Calabrese con la “C” maiuscola che prende le distanze da un’economia sempre più globalizzata che cancella le identità dei popoli, opponendosi a quelle logiche capitalistiche che vorrebbero ridurre il Sud Italia a una terra improduttiva, priva di talenti.
In questo senso Kantarcanu può essere visto come una sorta di “Questione Meridionale”, intesa come rivolta dell’arte e della cultura che crea sviluppo, ripartendo da calabresi virtuosi ma poco conosciuti che già avevano dato un forte input alla cultura ottocentesca come i poeti Mastro Bruno Pelaggi e l’Abate Antonio Martino.
Quanta tradizione c’è nel vostro repertorio e quanta composizione?
Nel nostro repertorio c’è molta composizione ma al tempo stesso non trascuriamo la tradizione. È proprio attraverso la continua sperimentazione musicale che diamo nuovo valore agli autentici racconti tradizionali, riproponendo in chiave etno-pop non solo usanze e costumi del luogo ma un intero modus vivendi.
Che effetto vi ha fatto partecipare a un concorso in cui sareste stati giudicati da una giuria e non dal pubblico? Un esito negativo non avrebbe potuto avere esiti deprimenti per il vostro ensemble?
La nostra partecipazione ha come obiettivo primario quello di esportare e far conoscere la “Calabria bella, la Calabria vera” in un contesto dove a volte si ignora il fascino e l’incanto di una terra, troppo spesso vittima di campagne denigratorie. Con la nostra presenza rendiamo giustizia ai tanti calabresi talentuosi che popolano la regione. Proprio in virtù delle finalità finora descritte, non temiamo il giudizio della giuria: poter partecipare al Festival Internazionale di musica folk per noi è già un grande successo.
La Calabria e la musica di qualità. Com’è la situazione della musica dal vivo nella vostra regione? E quella delle produzioni discografiche?
La situazione è molto negativa. A fronte di parecchi giovani artisti con il desiderio di crescere e di produrre musica di qualità non corrisponde un adeguato numero di produzioni discografiche. Il problema è per lo più di natura economica. La musica di piazza è molto apprezzata dal pubblico ma è raro trovare privati che vogliano investire sui settori dell’arte. A finanziare gli spettacoli sono generalmente gli enti pubblici o, più raramente, le associazioni del territorio.
sito web: www.kalavria.it
e-mail: kalavria@live.it
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