Soltanto qualche piccola riflessione sul fenomeno mediatico appena conclusosi che porta il nome di Festival di Sanremo 2012. Probabilmente una delle peggiori edizioni di questa manifestazione, soprattutto per la insignificanza delle proposte artistiche e la provvisorietà dilettantesca della realizzazione complessiva. Innanzitutto, travolta da chiacchiere e polemiche, nudità vere o presunte, turpiloqui esecrabili o da avallare, dimissioni in diretta e commissariamenti in play-back la musica mai come quest’anno è apparsa figurante e non protagonista. Ne abbiamo viste/sentite di tutti i colori: dalla grande orchestra della Rai che cicca il giro armonico di “C’era un ragazzo” (lo so fare anch’io con la chitarra, che è tutto dire) alla vincitrice che duettando con una popstar inglese su “Il Paradiso” di Mogolbattisti sbaglia clamorosamente l’entrata in un fuori tempo da karaoke fra ubriachi, alla brass band di Bregović costretta a suonare in 3/4 col risultato di sembrare la banda municipale di Roccacannuccia anziché quello che è… Della serie: se non siete capaci, astenetevi! Ma Sanremo “deve” suscitare clamore e trasudare popolarità. Comunque e dovunque. Sapete quanti erano i giornalisti accreditati al festival quest’anno? Ve lo dico io (fonte Ansa e Adn-Kronos, una volta tanto concordi): 1.157. Dico: 1.157 operatori della comunicazione chiamati a dare eco e visibilità massima agli sproloqui di un settantaquattrenne rockettaro che si crede in missione per conto di dio e toglie il palco a tutto il resto. Aggiungiamo a questo anche il sistema elettronico di votazione che va in palla, diversi problemi audio (ma uno capace al mixer non ce lo potevano mettere?) e l’incapacità manifesta dei conduttori a gestire lo spettacolo quando il “gobbo” non funziona…
C’è qualcosa che ci sfugge. 1.157 giornalisti per riferirci nei dettagli su uno spettacolo tutto sommato modesto e raffazzonato? Facciamo un confronto: all’ultima edizione del Premio Tenco, quanti erano i giornalisti accreditati? 157, esattamente 1.000 in meno di quelli di Sanremo 2012 (fonte Ufficio Stampa Club Tenco). In termini di qualità, direi che non c’è storia. Il Premio Tenco è una delle autentiche glorie nazionali in campo cultural-spettacolare ma evidentemente interessa a 1.000 giornalisti di meno. Triste considerazione. Ci mancano i dati per fare altri confronti, ma siamo quasi certi che sarebbero altrettanto, se non di più, deludenti. Ma nessun problema. A noi ai quali interessa la musica, possibilmente buona, non cambia la vita. Con i giornalisti o senza di loro, noi continuiamo a affollare –nonostante la crisi di soldi e non di idee- i nostri piccoli palchi sonori e non mediatici. Liberi, se mai ci manifestasse il desiderio di intervenire, di dire “no, grazie” al Celentano di turno. E non è poco! E il resto è musica.
Roberto G. Sacchi
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