Il diavolo e l’acqua santa non sono stati mai così bene insieme. Eugenio Polacchini alla chitarra classica e Matteo Minozzi alla “moderna” riescono nel miracolo di mettere perfettamente d’accordo due stili così diversi. Magari molti puristi storceranno il naso, ma questa accoppiata funziona davvero e, se dal punto di vista tecnico non azzardo giudizio non essendo musicista, parecchie altre cose si possono dire ascoltando questo “Addition”.
Il piacere di suonare insieme, di dialogare con la musica per esempio, la scelta di un repertorio che pur affrontando “pezzi da novanta” già suonati da moltitudini di chitarristi evita il mero e stucchevole esercizio stilistico, la capacità di comporre e di arrangiare in modo intelligente, tutto finalizzato alla realizzazione di un disco – per loro è quello d’esordio – che risulta infine piacevole, molto piacevole, e che ascolto dopo ascolto piace sempre di più. E allora via con il bel arrangiamento in omaggio al “Saxophone Colossus” e proseguendo con due rivisitazioni del repertorio di Reinhardt (i due super classici “Nuages” e “Minor swing”) ad esempio, o le tre introspettive composizioni originali, o ancora le riletture di Duke Jordan e della premiata ditta Rodgers – Hart fino alla conclusiva traccia, una bella esecuzione di una delle più celebri canzoni di Sting.
Certo, per ora ci accontentiamo di tre “originali”, ma confessiamo la curiosità di ascoltare in un prossimo futuro un intero disco di brani originali della coppia Polacchini – Minozzi. Nella speranza anche che i due musicisti riescano a far veicolare questo “Addition” come merita, viste le difficoltà quasi insormontabili che la distribuzione discografica sta attraversando in questi anni; la vendita porta-a-porta resta l’opzione migliore. Anche perché, vista la bellezza del disco, è difficile resistere al suo acquisto dopo un concerto.
Alessandro Nobis
Bruskers – “Addition” (CD)
Fingerpicking Net Records, 2011
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