“The Lady of Shalott” è un poema romantivo scritto dal poeta inglese Alfred Tennyson (1809-1892) in cui una nobildonna reclusa in una torre vive sotto la minaccia di una maledizione: pena la morte, è costretta a osservare il mondo riflesso attraverso uno specchio. Esasperata dalla sua condizione, decide di por fine ai propri giorni guardando direttamente per un’ultima volta il castello di Camelot. Molti sono gli evocativi metasignificati che si possono leggere: alcuni palesi, come il vivere di vita riflessa con i suoi pregi e i suoi difetti; altri più oscuri, dove Lady of Shalott –che riempie la sua monotona vita tessendo- si erge a paladina dell’arte del telaio. Quali che siano le motivazioni di una scelta metaforica di questo tipo, il chitarrista trevigiano Alberto Grollo e il suo ensemble d’archi (tutto al femminile) confezionano una compilation dedicata alla reinterpretazione di grandi classici della musica di ogni genere, da Bach ai Pink Floyd, dai Verve ai Beatles, dalle ballads di area celtica alle canzoni cubane. Alcune piacevoli composizioni di Grollo completano e integrano l’atmosfera. Lo sorreggono in questa operazione non facile collaudati sessionmen come Piero Brovazzo e Simone Chivilò, che aggiungono timbriche all’insieme originario di sole corde acustiche. Per non togliere nulla alla freschezza dell’esibizione, il disco è stato registrato dal vivo: fattore non indifferente nella riuscita del prodotto. In sede critica, per non limitarci a definire l’opera “divertente”, dobbiamo osservare come sicuramente l’interpretazione dei brani lenti e melodici risulti più consequenziale ma soltanto molto di rado prevedibile rispetto all’originale. A nostro giudizio, la palma di miglior traccia del CD spetta a una davvero superba versione di “Atom Heart Mother” dei Pink Floyd (già di per sé uno dei capolavori della musica in assoluto). Molto apprezzata però anche la inedita cover della beatlesiana “Get Back”. Troppe volte ascoltate per trovarle ancora capaci di generare nuove emozioni la consueta “Bourrèe” di J.S. Bach e una scontata “Scarborough Fair”. Riprendendo le metafore iniziali della nostra Lady of Shalott, oltre ai riflessi nello specchio che sottintendono un “altro” modo di vedere la realtà, troviamo in fin dei conti azzeccata anche la similitudine fra il frutto del lavoro al telaio e quella preziosa tessitura sonora che sopra e sotto le melodie più celebri Alberto Grollo e il suo Five String Quartet hanno saputo regalarci.
Roberto G. Sacchi
Alberto Grollo Five String Quartet – “Live in Shalott” (CD)
FOLKEST DISCHI – DF89, 2012
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