NETWORK MEDIEN – 495114, 2006 – FOLK CONTEMPORANEO/TURCHIA
Il Gran Bazar di Instanbul è il più grande mercato coperto del mondo: oltre dodicimila persone vi lavorano e ogni giorno un altro mezzo milione vi si reca. In questo ambiente di mescolanze culturali, che sorge nella città che più di ogni altra rappresenta l’incontro tra Occidente e Oriente, l’Instanbul Oriental Ensemble del compositore e percussionista Burhan Öchal ha registrato “Grand Bazar”.
E’ questo il quarto album della formazione, che dopo “Gipsy Rum”, “Caravanserai” e “Sultan’s secret door”, con cui ha esplorato la tradizione musicale ottomana, ha ora puntato la sua attenzione sui possibili incontri tra musica turca e occidentale. E infatti nei dieci brani del CD si rintracciano le reciproche influenze e rimandi, come ad esempio nel pezzo di apertura, in cui il clarinetto di Savaş Zurnaci molto ci dice su quanto la musica slava abbia mutuato da quella turca; o in “Rakkase”, una danza del ventre dove è evidente e dichiarata l’influenza di Charlie Parker. Di grande suggestione il lungo pezzo “Gece Yarisinda Bazar” (“Bazar di notte”), con un fascinante a solo di Emre Demir all’oud. Il brano rappresenta peraltro un momento di transizione tra la prima e la seconda parte dell’album. Se nei primi sei pezzi la linea ispiratrice è l’evocazione del clima e dell’ambiente del Gran Bazar, nei restanti il CD affronta sentieri diversi, ampliando il terreno di ricerca. I suoni si spezzano, gli strumenti si muovono lungo linee melodiche e ritmiche che assorbono influenze “altre”, a volte decisamente contemporanee, pur non dimenticando la propria originaria matrice (un esempio è la “Improvvisazione” al kanun di Mehmed Celiksu, dai continui cambi di scala e in cui sono evidenti echi flamenchi). Il tutto con un perfetto controllo dei suoni e rifuggendo tutte le tentazioni “populistiche”, prima fra tutte l’elettronica. Una citazione per i restanti membri del gruppo: Volkan Gǖmǖşlǖ (violino), Savaş Özkök (kanun), Kaan Sehirkahnyasioglu (percussioni). Molti gli ospiti: oltre al già citato Celiksu, Ümit Adakale alle percussioni, Serham Yastiman alla chitarra, Ahmet Türkmenoğlu al basso e un’intera sezione d’archi.
Marco G. La Viola
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