AUTOPRODUZIONE, 2005 – FOLK CONTEMPORANEO/ITALIA
Vincitori di una delle selezioni di “Suonare a Folkest”, questi cinque fiorentini rappresentano certamente qualcosa di particolare in un panorama nazionale sempre alla ricerca di novità, una novità che sia di sostanza non certo solo di forma. Che cosa intenda rappresentare la loro musica lo si capisce bene dal titolo che hanno scelto per il loro disco di debutto, un gioiellino di creatività che potrebbe spalancare loro i sipari di prestigiosi luoghi di musica. I film immaginari per i quali il fisarmonicista Alberto Becucci e il trombettista Francesco Masi hanno scritto la maggior parte di queste colonne sonore virtuali hanno una trama pretestuosamente intricata, che prevede ardue convivenze, come un valzer a Baghdad o un freilach a Los Angeles. Si gira il mondo con i suoni dei fiati a trascinare melodie ora strappate ora avvolgenti, comunque sempre imprevedibili e catalizzanti. Musica descrittiva? Forse… ma le storie dipinte sono fantasiose (almeno quelle che immaginiamo noi ci paiono tali) e quindi raccontarle suona bene e facile. Di sicuro la vena compositiva di Alberto Becucci, da cui è nata nel 2003 l’avventura di Camillocromo (dal personaggio di Altan, risalente ai tempi della Pimpa e di Barigazzi), è felice ma tutto il lavoro tradisce una rielaborazione a più mani. Sudamerica e Balcani, echi circensi e ballate popolari ridotte in musica senza testo, divertissement irridenti e ritmi da ballare. Musica contro le etichette, musica da ascoltare, musica che sgomita per avere spazio. Diamoglielo, che se lo merita tutto.
Roberto G. Sacchi
Lascia un commento