Certi dischi, ancor prima di ascoltarli, ti catturano con il titolo. Da quando ho “Sonno Eliso” sulla mia scrivania in attesa di essere recensito (ma è già stato molto molto ascoltato), è come se un’aura di classicità, di un bel dibattere filosofico come dai tempi dell’università non mi succedeva, fosse tornata ad ammaliare le quattro pareti del mio studio. Sì, perché a volte la musica è soltanto il supporto sonoro di sperimentazioni culturali, una piattaforma da cui si parte per ricamare teorie sulla vita e sulla non vita, sulla complementarità delle cose di questo mondo o sulla loro incongruenza, sul fato e il libero arbitrio… E Edmondo Romano ha scelto di partire così nel suo viaggio da solista, dopo una venticinquennale carriera di contitolare di decine di progetti, di pratica musicale con decine di bands come componente, ospite, turnista di gran lusso. Lui e i suoi fiati ci invitano a questo percorso verso i Campi Elisi, sorta di paradiso pagano dai tratti indistinti perché ogni poeta possa immaginarseli come meglio crede: proprio l’opposto di quello dantesco, dove tutto è regolato da una precisa cosmogonia che non lascia spazio che alla perfezione, gratificante ma asettica. E il tratto indistinto del paradiso pagano si sublima nel sonno, viatico per accedere ai Campi Elisi, unica chiave capace di farci valicare i cancelli di quel mondo riservato agli Eletti, autentico risveglio della vita. Elogio dell’ozio artistico teso ai suoi massimi livelli, “Sonno Eliso” è un disco che stupisce e coinvolge, sorprende e dona, in quel suo essere sospeso fra sogno e realtà fino alla ricerca, coronata da successo, dell’equilibrio assoluto. Complici di Edmondo Romano (sax, clarinetto, flauto, duduk) in questo ottimo esordio solista sono: Mario Arcari (oboe), Alessio Pisani (fagotto e controfagotto), Roberto Piga (violino e viola), Kim Schiffo (violoncello), Fabio Vernizzi (pianoforte), Riccardo Barbera e Ares Tavolazzi (contrabbasso), Marco Fadda (percussioni), Elias Nardi (oud), Daniele Bicego (corno), Luca Montagliani (fisarmonica). Li abbiamo elencati tutti, anche se tanti, perché ognuno di essi ha saputo imprimere al risultato finale il proprio tratto distintivo, contribuendo al meglio alla creazione di una indistinta unità: d’intenti e di musica. Alta musica. Un consiglio: ascoltatelo senza cuffie, perché i suoi suoni si mescolino con quelli della quotidianità e possano svolgere appieno la loro funzione taumaturgica. E che ogni giorno che Dio manda in terra nasca e muoia pervaso di “Sonno Eliso”. N.B.: per chi sente la necessità di soddisfare un senso in più, c’è anche una traccia video leggibile sul computer. Gradevole, ma non necessaria.
Roberto G. Sacchi
Romano, Edmondo – “Sonno Eliso” (CD)
ESPLETA – ESP030, 2012
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