E così tra un concerto e l’altro con Al Di Meola, Peo Alfonsi ha – per nostra fortuna – trovato anche il tempo di comporre e registrare le 14 nuove tracce che costituiscono questo suo nuovo lavoro, a distanza di due anni dal suo già intrigante “Itaca”. Questo “Velo di Iside” conferma il musicista sardo come uno dei migliori chitarristi in circolazione, e questo indipendentemente dallo stile. Non solo, ma la sua tecnica è al servizio del suo percorso musicale, che viaggia tra il jazz e tra richiami alle tradizioni popolari, ed il risultato che esce dai solchi del disco (espressione sempre fascinosa anche se obsoleta) è una musica difficilmente collocabile, e per questo affascinante ed anche intrigante. Con lui un combo di musicisti di grande carattere e capacità – provenienti per la quasi totalità dal mondo jazzistico – che non solo lo assecondano ma contribuiscono il larga misura all’arricchimento timbrico della musica: Gabriele Mirabassi al clarinetto, Kyle Gregory alla tromba, Salvatore Maiore al contrabbasso e violoncello, Maria Vicentini alla viola, Francesco Sotgiu alle percussioni e Fausto Beccalossi alla fisarmonica.
A questo punto non resta che segnalare le tracce che più delle altre ci hanno conquistato, anche se la scelta è stata non poco dibattuta ed ha richiesto numerosi ascolti. Voto per “Angel” con bellissimo dialogo tra viola e chitarra, per “Poi passa” (clarinetto e chitarra, poi bel solo dell’americano Kyle Gregory, il tutto guidato dal contrabbasso) e, naturalmente, i tre episodi solisti di “Inarritu”, “Routine #6” e “Terra bagnata”. Musica senza confini, per palati fini ma anche per coloro che apprezzano le melodie più raffinate che si fanno piacevolmente inseguire, ascolto dopo ascolto.
Direi che a questo punto un disco solo di Alfonsi diventa imprescindibile.
Alessandro Nobis
Alfonsi, Peo – “Il velo di Iside” (CD)
EGEA Records, 2012
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