Ci sono, in alcuni dischi, degli elementi che potrebbero essere definiti come “cartina al tornasole” delle buone intenzioni di chi li concepisce e li realizza. Come il simpatico colorante che ci ricorda le scuole medie inferiori, infatti, esistono in ogni progetto discografico degli indicatori capaci di rivelare –qualora se ne sentisse il bisogno- il valore oggettivo di chi ha dato loro vita. O almeno questo è il criterio che da anni utilizziamo e, visto che non ci ha quasi mai tradito, continuiamo a utilizzare senza, ci perdonerete, rivelarne i meccanismi. Questo metodo, dunque, si rivela molto prezioso quando il disco da recensire presenta delle caratteristiche particolarmente ambiziose, come “Ce Sta Sempe ‘Nu Sud” della Compagnia Daltrocanto: un disco che a prima vista potrebbe apparire perfino presuntuoso, con tutti quegli ospiti ad arricchire una formazione già numerosa, quella confezione extralusso, quella scaletta in cui appaiono autentici classici –anche un po’ abusati, se vogliamo- del repertorio folk di tradizione e di composizione. Però… c’è un però, anzi ce ne sono molti. Innanzitutto, Compagnia Daltrocanto suona bene, con tecnica, convinzione e cuore: e questo non è così scontato. Poi c’è quell’assunto iniziale, quella dichiarazione d’intenti espressa nel titolo che classifica il concetto di Sud come un valore relativo, e non assoluto; forse talvolta scomodo, ma necessario. E non importa di quale Sud geografico si tratti. Anche le città del Nord hanno quartieri che sono Sud, i quartieri hanno isolati che sono Sud, le vie hanno palazzi che sono Sud, le famiglie hanno componenti che sono Sud. Compagnia Daltrocanto sposa questa teoria e la sviluppa, conducendola all’estremo opposto: anche chi non appartiene al Sud, può diventarlo, condividendo e reinterpretando in modo personale quei temi e quelle sensibilità che del Sud sono propri. Tutto il disco non è che la versione in musica di questi concetti, e il risultato è una cavalcata epica –ma nonostante ciò anche passeggiata intima- fra le varie condizioni dell’essere Sud. E quasi miracolosamente l’equilibrio raggiunto si traduce in una convincente riuscita. “Ce Sta Sempe ‘Nu Sud” è un disco di gran pregio e la Compagnia Daltrocanto è una coraggiosa realtà della scena folk italiana: una prova? Eccola: la cover di “Tre Fratelli Contadini di Venosa” degli Stormy Six (1972), forse la canzone più bella del gruppo milanese, vale da sola l’acquisto.
Roberto G. Sacchi
Compagnia Daltrocanto – “Ce Sta Sempe ‘nu Sud” (CD)
Associazione Daltrocanto – CD03, 2012
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