A due anni di distanza dall’apprezzato Maledetti Guai, che segnava una svolta importante nel loro percorso musicale, Officina Zoè, torna con un nuovo progetto, la cui ideazione ha radici lontane nel tempo, allorquando, complice un tour con l’Art Ensemble Of Chicago, il loro percorso musicale incrocio’ quello di Baba Sissoko. Dopo alcuni anni, in cui si sono susseguiti diversi incontri sul palco, e su spinta del loro booking agent, Sabino Martiradonna, è nata l’idea di realizzare un disco che vedesse protagonisti lo storico gruppo salentino e il musicista maliano. È nato così Taranta Nera, un interessante progetto che nasce sul luogo ideale per l’incontro tra tradizioni musicali differenti, ovvero il palco. Dopo le prime prove insieme, sono stati coinvolti anche altri due eccellenti musicisti ovvero, la vedette maliano-parigina Mamani Keita, e il percussionista guineano Sourakhata Dioubate, che hanno contribuito a rendere ancor più affascinante il tutto. Poche prove insieme e la particolare alchimia nata dal dialogo tra Africa e Tacco d’Italia si e’ trasferita sul palco, dove sin dai primissimi concerti ha raccolto corali apprezzamenti di pubblico e critica. La conseguenza più logica del successo era la cristallizzazione discografica di questa bella idea, e dunque, eccoci di fronte a Taranta Nera, disco live inciso al Teatro Giacosa di Aosta, e che ben documenta questo fortunato incontro artistico. Ben lungi dall’inserirsi in quel filone infelice che è la contaminazione a tutti i costi, questo disco e’ un vero e proprio dialogo sonoro, nel quale Officina Zoè e i tre musicisti africani si scambiano canzoni, melodie e ritmi sulle ali della poesia e della suggestione. Nulla a che vedere, insomma, con la definizione di afro-taranta che qualcuno ha voluto affibbiargli, ma piuttosto siamo di fronte a qualcosa di veramente nuovo, in cui non esistono stravolgimenti, contaminazioni e compressioni delle rispettive tradizioni, ma piuttosto ogni musicista interviene nel brano dell’altro aggiungendovi la propria sensibilità, la propria storia e le proprie radici. L’ascolto ci schiude le porte per un suggestivo viaggio sonoro che, attraverso nove brani, ci conduce dalle coste del Salento al cuore dell’Africa Subsahariana. Ad aprire il disco è la splendida versione di Santu Paulu, caratterizzata da una eccellente tessitura ritmica impreziosita dal tama di Sissoko, a cui segue la sfavillante Masaya, che a sua volta ci introduce al dialogo tra le voci di Cinzia Marzo e Mamani Keita dell’ evocativa Lu Rusciu De Lu Mare. A guidare la linea melodica e l’intreccio sonoro tra l’organetto di Donatello Pisanello e il violino di Giorgio Doveri che si intrecciano con le ritmiche e i suoni dell’Africa supportate magistralmente dall’incessante tamburello di Lamberto Probo. Si torna poi ai suoni dell’Africa con Kele a cui segue una travolgente Pizzica Tarantata ma il vertice del disco arriva con la superba Ferma Ferma in cui spicca la voce della sempre bravissima Cinzia Marzo. Chiudono il disco Yala e la lunghissima Cu Li Suspiri, la cui trama melodica viene esaltata in questa nuova versione. Il progetto Taranta Nera rappresenta una risposta concreta a quanti per troppi anni hanno considerato l’Africa un terreno di conquista, depredando la dei suoi suoni e non cercando mai il dialogo con la sua tradizione. Donatello, Lamberto e Cinzia hanno fatto qualcosa in più non solo dialogando ma piuttosto creando qualcosa di veramente nuovo e prezioso.
Salvatore Esposito
Officina Zoè, Baba Sissoko, Mamani Keita, Sourakhata Dioubate – “Taranta Nera” (CD)
Italian World Music, 2012
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