AUTOPRODUZIONE/ITALIA, 2007 – CANZONE D’AUTORE E ALTRO
Il gruppo dei Dadaiko è composto da Carlo Amori (voce e violino), Guido Miani (chitarra classica), Fabio Ottolina (chitarra e mandola), Gaetano Puzzutiello (contrabbasso). Per realizzare questo Cd hanno chiesto l’aiuto della violinista Alyona Afonichkina, del batterista Stefano Galli e del clarinettista Antonello Monni. Il repertorio che qui presentano è grosso modo diviso in tre parti: un terzo si ispira alla musica zigana, un terzo alla musica popolare italiana e un terzo sono componimenti originali dei musicisti. Ne è uscito un disco che si ascolta volentieri, in cui si sente tutto il sapore della musica dal vivo, la gioia della danza. Tra le parole che illustrano il libretto di accompagnamento, spiccano le seguenti: tradizione, contaminazione, innovazione. Tralasciando per un momento la contaminazione, che ormai sembra un ingrediente irrinunciabile di ogni operazione musicale à la page, non si può non notare che le rimanenti sono in aperta contraddizione tra di loro. A meno di intenderle come innovare la tradizione. Intento apprezzabile, ma niente affatto facile, soprattutto se si dichiara prima in quale direzione si vuole innovare. A me pare tuttavia che tali consapevolezze non siano state sul tavolo di discussione dei nostri amici, che si sono posti obiettivi più modesti, ma anche più ovvi: quelli tesi a divertire gli ascoltatori. E ci dà motivo di credere ciò l’ascolto del pezzo che chiude il disco: un’ironica e divertita reinvenzione del famosissimo brano di Adriano Celentano 24.000 baci. Un brano, ci dicono, improvvisato nel corso di una festa di nozze, appunto.
Tito Saffioti
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