DALLA RECORDS, 2008 – FOLK CONTEMPORANEO/CORNOVAGLIA
Rooz, che significa rosso, terzo album dei cornici Dalla, conferma l’enorme lavoro di ricerca e riproposta creativa, con forti tinte di contemporaneità, della band del sud-ovest britannico, composta da Hilary Coleman (voce, clarinetto, clarinetto basso, whistle), Neil Davey (mandolino, bouzouki, violino, crowdy crawn, voce) e Bec Applebee (voce, darabuka, pandera). L’apertura è affidata al lamento tradizionale Dean Younk a Gernow, canto di emigrazione: Hilary e Bec intrecciano magnificamente le loro voci, poi entra un bordone di violino, avvolgente, ad esaltare la suggestione del brano. La seconda traccia, Tane An Gove, ricorda la figura del fabbro leader della rivolta del 1471 contro le tasse imposte da Enrico VII. È una polka costruita sui due clarinetti, con l’accompagnamento di bouzouki, darabuka e crowdy crawn – la versione cornica del bodhrán – melodia multiforme con tratti balcanico-bretoni e luccichii jazz. Bal Maidens’ Chant ci porta a tempo di jig nel mondo delle miniere: “Bal maidens” erano le donne minatori. Ancora in evidenza le due voci femminili, il superbo lavoro ai plettri di Neil Davey e un inusitato sostegno ritmico dato dal “rock smashing”. Anche in King of Sweden risalta l’efficace ed inventivo lavoro di Davey al mandolino. Can Dilly è una “riddle song”, il cui motivo utilizzata anche per un inno metodista. Qui, sale in cattedra il clarinetto basso che fa da contrappunto alle armonie vocali delle due cantanti, con l’apporto ritmico della darabuka. Tansys Golowan, da Gol Jowan, ossia festa di San Giovanni, fa riferimento ai falò di mezza estate con cui la ricorrenza è celebrata in Cornovaglia. Si parte con una cadenza lenta affidata al solo di violino, sulla quale il clarinetto s’immette sullo stesso passo; segue la trasformazione in un vivace “five step” con il pieno di strumenti e l’accompagnamento del battito di mani, a riprodurre il senso di coralità e partecipazione emotiva dell’atmosfera festiva dei “bonfire”. Con il toccante tradizionale Crantock Games ritorna il genere del lamento: si piange il giovanissimo William Coombs, ucciso nel 1721, apparentemente senza il briciolo di un’indagine. Descent è una bella melodia scritta dalla giovane violinista Steph Doble, cui è affiancato un testo derivante dal Gwreans an Bys (La Creazione del Mondo), rappresentazione teatrale religiosa cornica, attribuita a William Jordan, in cui compare il personaggio di Lucifero che usa un doppio registro linguistico: l’idioma cornico accompagna i suoi comportamenti positivi, l’inglese prevale nelle azioni meno nobili… Seventeen Come Sunday è la versione locale di una folk song ben nota, proposta da molti artisti, tra cui ricordiamo Steeleye Span e Bothy Band, che i Dalla sposano al reel Not Too Young To Marry Me. A chiudere degnamente il disco è il medley strumentale Hernen Rooz, combinazione di un jig e di un hedley, danza derivata dal reel, con plettri in primo piano, clarinetto che si muove liberamente nei territori del jazz e il solido pulsare delle pelli dei tamburi a cornice. In definitiva, 48 minuti di idee musicali brillanti, padronanza strumentale, originalità di repertori.
Ciro De Rosa
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