Che la medicina popolare abbia fatto uso, e utilizzi tuttora, erbe spontanee e loro derivati e sia coadiuvata da rituali pagani a fianco a quelli di chiara matrice religiosa, è un fatto risaputo. Il rinnovato interesse nei confronti della medicina popolare nasce, principalmente, dalla considerazione che essa mette nuovamente al centro la persona, costituita da corpo e psiche, e non la malattia.
“Ogni male fore”, il nuovo CD di Faraualla, nota formazione composta da quattro vocalist dalla personalità decisa e, attualmente, da due percussionisti e un bassista, prende spunto dalla medicina popolare per proporre 9 tracce “terapeutiche”. L’universo magico e religioso, insieme a quello curativo, rappresenta l’orizzonte di questo raffinato lavoro.
I testi sono in dialetto pugliese, provengono dalle aree del Gargano, del Salento, da Fasano (FG), Molfetta, Bari e Conversano (BA). Scongiuri, invocazioni ai santi, gesti rituali servono a curare specifiche patologie o disagi. Ogni brano del CD è destinato a guarire una o più “malattie”: porri, mal di denti, fuoco di Sant’Antonio, vermi intestinali, ingorghi mammari, ipertensione, infecondità femminile, dolori del parto e perfino tentazioni demoniache!
Se c’è evidenza dell’adesione agli stilemi della musica di tradizione popolare nella notevole “Tammurriata della mascìa”, nella maggior parte dei brani, invece, le melodie, parcellizzate nelle voci che cantano a cappella, richiamano più che altro modalità della musica antica. E tuttavia l’impatto sonoro è quasi sempre estremamente contemporaneo, sia per la presenza trascinante delle percussioni, sia perché l’uso della voce viene esaltato in quanto strumento musicale e cuore pulsante ritmico e non soltanto per disegnare la linea melodica dei brani. In questa musica si percepisce una forte fisicità – a far risaltare che il CD ruota intorno alla “corporeità” intesa come centralità del corpo-, con le voci a cappella che sottolineano il respiro e le percussioni che scandiscono i tempi.
Al di là dei testi dialettali, “Ogni male fore” si colloca in un ambito che non è soltanto quello della musica popolare: questo lavoro aderisce ad un contesto più ampio, colto, affine alla musica antica ma anche al jazz, in cui la provenienza geografica assume importanza relativa. Nella preparazione del CD c’è stato un lavoro di ricerca sulle formule curative tratte da testi, studi, manoscritti depositati negli archivi, che fa del lavoro di Faraualla un momento originale, al tempo stesso suggestivo per gli aspetti musicali, potente in quanto coinvolge la sfera della conservazione della salute e dell’equilibrio tra corpo e mente. Il lavoro, prodotto dall’etichetta Digressione music, è stato sostenuto da Pugliasounds, ricevendo il contributo dei Fondi Europei del PSR. Tutti i brani colpiscono per la loro peculiarità, ma è assolutamente da segnalare “Il canto e la cura” che contiene il suggestivo frammento medievale “Puis qu’en oubli” del poeta e compositore Guillaume de Machaut. Molto toccante il brano di chiusura del CD “Mano manca mano santa”, con l’intervento finale del violoncello. Soltanto una piccola nota: la traduzione dei testi accanto a quelli in dialetto avrebbe permesso una fruizione totale, anche da parte di ascoltatori che non conoscono il dialetto pugliese.
Grazie alla loro gestualità e presenza carismatica dal vivo (link a YouTube https://www.youtube.com/watch?v=U3cFNkYCD1Y ) Serena Fortebraccio, Gabriella Schiavone, Maristella Schiavone e Teresa Vallarella evocano un loro ruolo taumaturgico. Le particolari immagini in copertina e nel booklet di “Ogni male fore” con i volti delle quattro vocalist imbiancati e le teste vestite con importanti, sacrali copricapo, sembrerebbero voler proprio amplificare la loro funzione soprannaturale e salutare.
Carla Visca
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