Fra i più noti strumentisti d’Occitania, Silvio Peron abbandona momentaneamente la centralità del suo semitùn per esordire nel mondo della canzone d’autore.
“Eschandihà de vita” è infatti una raccolta di ritratti (a ben vedere, autoritratti perché cantati in prima persona) in musica di personaggi delle Valli Occitane italiane composti e interpretati da Silvio con la collaborazione di svariati musicisti, tutti più che all’altezza: da Manu Thèron a Patrick Vaillant, da Stefano Valla a Dina Staro, dagli Edaq a Jan-Mari Carlotti: ed anzi, è proprio allo stile interpretativo di quest’ultimo che Silvio Peron palesemente si riconduce, mentre per la parte strumentale sono evidenti i tributi a Montjoia e Bachas, ai Perlinpinpin Folc e a tutti i fermenti musicali che negli anni Ottanta pervasero il sud della Francia, nonché agli influssi che queste allora “nuove tendenze” ebbero sui musicisti folk italiani a quei tempi alle prime armi. Operazione rischiosa, doppio salto mortale dal quale Silvio Peron esce in perfetto stile dimostrando di aver, in tutti questi anni, non solo suonato tanto ma tanto ascoltato, con la modestia che lo ha sempre contraddistinto. Il disco è più che gradevole, simpatico e originale. Onore al merito, non cade nel facile macchiettismo della musica descrittiva alla Camille Saint-Saens, privilegiando piuttosto una certa compattezza stilistica che lo rende un lavoro maturo e pienamente riuscito. E bravo Silvio! silvio@peronsemiton.it .
Roberto G. Sacchi
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