Tra i vari progetti al di fuori del repertorio cosiddetto “classico”, questo “Esprit Des Balkans” del violista catalano Jordi Savall rappresenta senza ombra di dubbio l’apice assoluto finora raggiunto. Savall raccoglie attorno a sé un gruppo di straordinari musicisti, li dirige, talvolta partecipa all’esecuzione dei brani e regala all’ascoltatore un viaggio nella musica tradizionale dei più diversi popoli che hanno fatto la storia di questa martoriata regione europea, cerniera da sempre tra l’Oriente e l’Occidente. E’ in buona sintesi un vero compendio a questa terra, Bal – Kan (in turco “Miele e Sangue”, perfetta sintesi), terra di millenari incontri e di scontri, i più recenti avvenuti nella più totale indifferenza dell’Unione Europea (Srebrenica, Mostar, Vukovar e Sarajevo sono nomi da non dimenticare).
“Esprit Des Balkans” ci conduce lungo i sentieri della Valacchia e della Bulgaria, nei villaggi rurali e nelle feste tradizionali greche e turche, nelle città della Serbia e con i pastori delle montagne macedoni e le popolazioni nomadi gitane che così tanto hanno influenzato la cultura balcanica. Ogni area è presentata qui da un diverso ensemble (Bulgaria e Macedonia, gitani ungheresi, Serbia e Romania, Turchia e Grecia ed infine Bosnia e la musica Sefardita) con la partecipazione di Pedro Estevan (percussioni) e Begona Olavide al salterio.
Si inizia dalla danza della Serbia Meridionale (Borin Cocek) e si conclude con un’elegia (Pastirska Elegija) sempre serba con Jordi Savall alla viola da gamba, Bora Dugic alla “Frula” (un piccolo flauto), Marko Lazovic al violino e Slobodan Markovic all’organo.
Registrato alla fine del 2012 come progetto dedicato alla Città di Sarajevo ed eseguito a Barcellona il 6 luglio di quell’anno, il CD è accompagnato da un poderoso libretto di trenta pagine contenente anche una cronologia storica della penisola balcanica, oltre a dettagliate notizie sulle fonti e sugli esecutori.
Alessandro Nobis
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