Dà fastidio dover scrivere la recensione di certi dischi. Dà fastidio perché sono talmente belli che già sai che le tue parole non riusciranno a trasmettere a chi le leggerà il loro reale valore. Ma l’alternativa sarebbe non scriverne: noi recensori vedremmo diminuire il nostro fastidio in cambio però di un altrettanto fastidioso senso di colpa. Quindi, fastidio per fastidio, meglio scriverne. Sbilanciamoci subito, allora: “Isula Ranni” dei siciliani Unavantaluna è un disco di grande equilibrio formale e di sfrenate emozioni; di profonda serietà e energetica leggerezza; di rara cultura ma senza alcuna didascalica intenzione; di incantata immediatezza e nessuna superficialità. Tanti ossimori scaturiti senza sforzo dalla tastiera del vostro recensore stanno a dimostrare la complessità dei motivi che hanno guidato le scelte artistiche di Unavantaluna nella realizzazione di questo doppio Cd: l’uno, “Ritta”, contiene temi tradizionali siciliani –alcuni anche arcinoti; l’altro, “Manca”, ospita soltanto brani d’autore in perfetto stile folkontemporaneo, scritti principalmente della coppia creativa Salvadore-Cernuto e interpretati con maestria dal gruppo. La suddivisione del repertorio in due dischi differenti potrebbe stare a dimostrare un voluto confronto, quasi una sfida interpretativa fra due mondi d’espressione o una dicotomia. E invece no. “Ritta” e “Manca” si somigliano moltissimo pur mantenendo una loro identità; ascoltandoli in rapida successione, si percepisce subito che è il medesimo insieme di musicisti a cantarli e suonarli, che medesimi sono gli arrangiatori e soprattutto che fortemente univoci sono la determinazione, la condivisione, lo spirito e il progetto artistico che si è inteso sviluppare. Ascoltate “Isuli”, il brano con il quale Unavantaluna ha recentemente vinto il premio Andrea Parodi a Cagliari: c’è dentro la grande lezione del folk europeo lasciataci da gruppi storici di caratura internazionale, da quelli irlandesi a quelli galiziani, da quelli francesi a quelli inglesi e scozzesi. Con un’anima rock che ha dello straordinario, se si pensa che si esplicita senza basso e batteria ma con cornamuse e lauto cretese… Ma è solo un esempio: quanto detto vale per tutto il doppio Cd. E dimostra, inequivocabilmente, che “Isula Ranni”è un lavoro destinato a lasciare un segno ben preciso nel panorama della musica italiana di qualità, un grande disco al quale auguriamo ogni tipo di fortuna, anche commerciale perché se la merita proprio. www.unavantaluna.com
Roberto G. Sacchi
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