Scomparso a quarantotto anni nel 1989, il poeta, cantautore e commediografo algherese Pino Piras si è “reincarnato” nelle voci e negli strumenti di due suoi concittadini che hanno dedicato non poco del loro tempo al recupero ed alla divulgazione delle opere di questo autore, a me come a molti altri del “continente” pressochè sconosciuto. Faccio ammenda. Naturalmente a monte di questo dischetto di dodici brani c’è una mole di lavoro enorme, dalla raccolta del materiale ai rapporti con la famiglia Piras, dalla digitalizzazione del materiale alla pubblicazione di due volumi. Il più recente risultato è questo splendido “Un home del paìs”, più che un omaggio a Pino Piras, una valorizzazione delle composizioni che raccontano la storia e la vita sociale quotidiana di questo angolo di Sardegna, utilizzando anche sarcasmo ed ironia talvolta pungente. Piras come specchio della realtà algherese, Piras come specchio delle difficoltà economico – sociali sarde, Piras specchio della miseria e della sofferenza, e Claudia Crabuzza assieme a Claudio Gabriel Sanna come traghettatori di questo prezioso scrigno culturale verso l’odierna quotidianità ed il futuro; semplici e ricercati arrangiamenti di Sanna, strumenti acustici suonati con maestrìa e le voci dei due autori che ci portano nel mondo di Piras e della sua – della loro – Sardegna catalana.
Un disco di una struggente bellezza che meriterebbe una diffusione più ampia; ma si sa, le autoproduzioni sono l’immagine della cultura musicale del nostro Paese. Prodotte con grande amore e passione certosina da autentici artigiani ma destinate ad una diffusione ahimè limitata (mi viene in mente lo stupendo “Gorai” del friulano Lino Straulino). Spero di sbagliarmi …
Ma tant’è, facciamo il possibile per divulgare queste opere, ne vale veramente la pena.
Piras avrebbe gradito questo “Un home del paìs”, di questo ne sono certissimo. info@cartadamusica.it ginquetas@tiscali.it
Alessandro Nobis
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