Mauro Manicardi e i suoi Tandarandan hanno fatto conoscere, nel corso di svariati anni, i repertori tradizionali di musica e danza della Lunigiana e dello Spezzino. E lo hanno fatto con sobrietà, attingendo dalle fonti con doveroso rispetto e reinterpretando con gusto temi raccolti “Fra la Cisa e il Mare”, come si intitolava uno dei loro dischi.
Questo, però, è un disco diverso; non solo perché è accreditato al solo Mauro e al suo organetto diatonico, ma perché è pervaso da uno spirito differente, decisamente orientato verso la ricerca di stimoli nuovi, sia pure con le radici ben piantate nel passato. Mauro compone e arrangia una quindicina di brani che se non sono tutti capolavori in qualche episodio ci vanno molto vicino (cfr. “Neve a Massenzatico”). In più, il disco è realizzato con la partecipazione amichevole di numerosissimi ospiti, da Maurizio Geri a Jacopo Bisagni, da Roberto Bagnasco a Maurizio Cavalli, quest’ultimo già fondatore con Mauro dei Tandarandan e improvvisamente mancato un anno fa, poco dopo aver registrato la sua traccia in questo Cd. Tornando a Manicardi e al suo disco, all’ascolto attento non sfuggirà una certa propensione alla malinconia e una preferenza per le atmosfere raccolte e intimiste, che fanno di “Passage Diatonique” un delicato affresco di note dai colori tenui. Sappiamo che a Mauro non piacciono i complimenti di rito e le frasi di convenienza: si convinca, quindi, che il suo disco ci è piaciuto davvero e che il suo omaggio all’organetto diatonico è uno dei più riusciti degli ultimi anni. Credici, Mauro!. manega58@libero.it
Roberto G. Sacchi
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