Le canzoni di Roberto Durkovic sono oggetti difficili da catalogare, così come sono difficili da collocare negli scaffali, digitali o reali, che periodicamente usiamo per riordinare le musiche e le parole cantate che ci accompagnano. Radici balcaniche e tzigane, pop e flamenco, ironia e disincanto, nostalgie e sogni si incrociano in esse, come strade che conducono verso molteplici orizzonti musicali. Materia stimolante quindi, cha ha sollecitato l’interesse di Gianluca Gabriele, da tempo impegnato nella ricerca e nelle reinterpretazione della canzone d’autore. Gabriele ha scelto otto brani dalla produzione di Durkovic, a cui ha affidato anche la produzione artistica. Il risultato è un album sempre oscillante tra la canzone d’autore e un pop di grande qualità, in cui non mancano le sorprese, costituite da attacchi emozionanti e inserti raffinati, che evidenziano le molte anime delle composizioni di Durkovic. La bella voce di Gianluca Gabriele si modella agevolmente e con sensibilità sulla musica, esaltandosi ed esaltando le numerose preziosità compositive e di arrangiamento presenti nei quasi 38 minuti dell’album (a pensarci una durata da vecchio LP, che consente di privilegiare la qualità alla quantità). E così ci sta anche, senza sembrare fuori luogo nel disco di un cantante, lo strumentale “Mala Strana”. Oltre a questo “Strade aperte”, “Alessandra”, “Nostalgie” e “Semplicemente vita” sono le canzoni che più ci hanno impressionato. Alla riuscita della raccolta contribuiscono alcuni tra i musicisti che più spesso hanno accompagnato ed accompagnano Durkovic in studio e in concerto. Tra questi ricordiamo, più che altro per numero di presenze nei nove brani dell’album, Massimiliano Alloisio alle chitarre, Bosne Ion al sax e clarino, Giacomo Lampugnani al basso e contrabbasso. Con la partecipazione anche di Maurizio Dehò, Giampietro Marrazza e Luigi Maione. Da gustare, come si gustano i mirtilli e le ortiche, per scoprire o ritrovare un bravissimo interprete e un ottimo autore.
Marco G. La Viola
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