Questo disco, questa musica, queste composizioni sono espressione della terra di Puglia: da un lato da essa ispirate e dall’altro quanto più di lontano da essa si possa immaginare. Quindi, se avete in testa una certa idea della musica popolare pugliese – con tutti gli annessi e connessi luoghi comuni -, mettetela per un poco in un hard – disk esterno.
A questo punto potete iniziare l’ascolto di questa recente opera del sassofonista barese, musicista che da anni calca con intelligenza lo spazio jazzistico e che non aveva mai preso in considerazione la possibilità di frequentare le culture della sua terra d’origine. E, musicalmente parlando, non lo fa nemmeno stavolta anche in considerazione del fatto che, come sostiene lui “…non lo ha mai impressionato più di tanto, al punto di dover fare i conti con il peso arcaico della loro presenza…..” e che d’altro canto “…..questo essere nella terra e considerarsi apolide lo ritrovo nei versi e nella prosa del mio amico Vittorino Curci…”. Vittorino Curci appunto, poeta e sassofonista di Noci, i cui versi e liriche hanno ispirato la composizione di questo interessante “Arcthetics: soffio primitivo”, registrato nel 2006 e pubblicato nel 2013 da Dodicilune. Ottaviano ricerca il “soffio primitivo” – e lo trova – affidandosi ad una formazione ed a musicisti che se da un lato hanno una consolidata esperienza nel linguaggio jazzistico, dall’altro hanno spesso evidenziato curiosità, stilemi e frequentazioni musicali che vanno oltre il jazz, diciamo così, più “mainstream”; un preparatissimo quartetto d’archi (Emanuele Parrini al violino, Paolo Botti alla viola, Salvatore Maiore al violoncello e Giovanni Maier al contrabbasso) con l’aggiunta di un batterista del calibro di Roberto Dani. Sette tracce, sei originali e l’ultima rielaborazione di una melodia albanese, che ci consegnano un disco che si ascolta piacevolmente e che, grazie alla sua struttura ed ai musicisti coinvolti, svela dietro ogni “angolo” spunti di riflessione e di rimandi musicali che ognuno può divertirsi a trovare.
Alessandro Nobis
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