FELMAY FY8133, 2007 – FOLK CONTEMPORANEO/TURCHIA
Da un Paese piuttosto assente dai nostri scaffali di appassionati di suoni e suggestioni orientali, giunge estremamente gradito questo disco, suonato da polistrumentisti fra i più noti della scena turca, quali Okan Murat Öztürk, Murat Salim Tokaç e Cenk Güray, titolari di importanti ricerche etnomusicologiche concentrate soprattutto in Anatolia, e di una particolare predisposizione all’interpretazione dei maestri classici della musica turca a cavallo di Ottocento e Novecento, come ad esempio Cemil Bey, al quale il disco è dedicato. La musica turca conosce particolari regole di composizione (makam) che stendono un tappeto sonoro sul quale le improvvisazioni (taqsim) danno il senso compiuto al pezzo. Possono trovarsi sia all’inizio del brano (come in una sorta di preludio), sia all’interno di esso, ricreando in parte lo schema strutturale della cameristica occidentale con i solisti che si alternano nel proporre un’elaborazione della melodia e delle linee ritmiche per poi procedere a loro piacimento nelle improvvisazioni.
Particolarmente interessante la dotazione organologica del Dem Trio: al tanbur (strumento colto) si affianca la tambura (strumento popolare), entrambi strumenti a corde simili al liuto, ma diversi dall’oud, che è di tradizione araba. Altri strumenti a corde utilizzati sono il baglama, il lauta e il cümbüs (quest’ultimo simile al banjo, con cassa di risonanza in pelle), mentre tra i fiati troviamo il ney, simile nel suono al duduk armeno che sta godendo di grande popolarità anche in occidente. Quella del Dem Trio è una proposta perfetta per cominciare a penetrare nell’intricata foresta della musica turca, fatta di classicità che profuma di tradizione e di tradizione che ambisce alla classicità, una situazione non molto diversa da quella che troviamo in altri Paesi, l’India, per esempio. Interessante anche lo sguardo lungo che Dem Trio dimostrano di avere, dedicando particolare attenzione alle influenze reciproche con le tradizioni di Grecia, Balcani, Medio Oriente: per ricordarci che la Turchia è un ponte gettato fra Europa e Asia e la sua musica è viaggiatrice privilegiata su questo ponte.
Enrico Lucchesi
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