Non si deve far arrabbiare Valeria, sacerdotessa siciliana che dal suo esilio in/volontario di San Vito Lo Capo, in pratica legata al mondo dalle connessioni virtuali, dispensa la sua educativa follia. Non si deve farla arrabbiare quando si parla del suo lavoro, e invece cercare una chiave di lettura che sia palesemente deviante, magari costruita su ossimori impropri per dichiarare –senza esitazioni- che accettiamo le sue regole del gioco. E le condividiamo. Integra, coerente, sempre in prima linea, nata combattente, Valeria è sognatrice musicale, inventrice di un lessico tutto suo che si esprime in musica e parola scritta. Bisogna non farla arrabbiare con paragoni scontati o standardizzate similitudini recensorie, perché le sue doti sciamaniche potrebbero ritorcersi contro, perché assai di rado un disco da recensire ti offre la possibilità di giocare a carte scoperte come questo “Terramadonna”. Potrete sapere tutto sul disco, documentandovi on-line, scoprire chi ha suonato e cantato e parlato, apprezzato le immagini inusuali, giochicchiato con la smilza confezione ma se non avrete cercato di condividere, se non avrete fatto lo sforzo di comprendere Valeria che suona, canta, scrive, vive, inventa, graffia allora non provatevi neanche a capire e accontentatevi di un bel disco. Ma in “Terramadonna” c’è molto di più, c’è la vita di una persona. E scoprirla è il premio finale. valeriacimo@gmail.com
Roberto G. Sacchi
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