Pubblicati a pochi mesi di distanza uno dall’altro, questi due CD (a dire il vero il primo è un cofanetto di 4 CD) sono la testimonianza di quanto sia stata importante nel panorama della musica definita “americana” questa band, un autentico “Dream Team” del folk e bluegrass da loro stessi definito “progressivo”; cioè lontano mille anni luce da quello più ortodosso della stragrande maggioranza praticato dai musicisti nordamericani. Abbiamo quindi Peter Rowan alla chitarra, David Grisman al mandolino, John Kahn al contrabbasso, Vassar Clements al violino e Jerry Garcia al banjo e voce: a tutto diritto un quintetto di valore eccezionale non solo sulla carta ma anche nella realtà. Un quintetto che, come ebbe a dirmi lo stesso Peter Rowan in occasione di un suo concerto veronese di parecchi anni fa, “era malvisto e maldigerito dai musicisti ortodossi”, non solo per la capacità di improvvisare durante l’esecuzione dei brani, ma anche e forse soprattutto per il loro aspetto: capelli lunghi, camicioni a quadri, jeans sdruciti, eccetera eccetera. Tanto erano malvisti da questi tanto erano amati, anzi adorati, da tutti gli altri, dai Deadheads agli amanti della musica, della grande musica tout court ed anche in Europa erano considerati un gruppo di culto.
“Live at the Boarding House” contiene i due concerti nella loro interezza del 1 e dell’8 ottobre 1973 – parzialmente editi anche qualche anno fa -, mentre il secondo quello del 21 aprile dello stesso anno trasmesso dalla stazione FM KSAN. Musica di grande valore e significato – per quello che rappresentato per i giovani musicisti tradzionali americani -, tra qualche standard come “Muleskinner blues” e “Orange blossom special”, strumentali mozzafiato come “Jerry’s Breakdown”, e numerosi classici come una bella quanto inaspettata versione di “The great Pretender” (sì, proprio quella dei Platters) e l’immancabile “Land Of the Navajo”, cavallo di battaglia di Peter Rowan e “Panama Red” di Garcia, già registrata dal gruppo New Riders Of The Purple Sage del quale il chitarrista – banjoista californiano fece parte all’inizio. Per ciò che riguarda la qualità delle registrazioni, superlativa la prima, molto buona quella del concerto di Sausalito, comunque raccomandati entrambi.
Alessandro Nobis
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