FOLKEST DISCHI – DF51, 2007 – ETHNOJAZZ/ITALIA
Non d’abitudine recensisco dischi di musica jazz, anche se i miei ascolti, per fortuna, non si fermano al solo mondo folk. Ho avuto per le mani questo disco, prodotto da un’etichetta discografica legata al mondo della musica tradizionale, tra l’altro con un indicazione fallace nel genere (è indicata la World Music), ed ero curioso. Tralasciamo l’indicazione di world music, indicazione ormai priva di senso: la usiamo per troppe cose diverse,dalla musica leggera dell’India alla musica classica dei Paesi arabi. Anzi non tralasciamolo perché, nell’assurda accezione assunta dal termine, anche un disco di jazz che arriva dalla regione Friuli finisce per potersi definire World dall’altra parte del mondo. Ma abbandoniamo l’argomento e passiamo al disco… Parlare, come ho fatto, di “jazz” rischia di essere riduttivo. Il disco, come qualcuno ha già detto meglio di me, sembra la colonna sonora di un film ancora da girare. Ne ha la liricità, ne ha l’atmosfera, un atmosfera calda che evita inutili assoli o virtuosismi per concentrarsi sulla cantabilità o sulla visionarietà della musica. Daniele D’Agaro (sax tenore e clarinetto basso) è un vagabondo, musicalmente parlando. Inizia la sua attività musicale nel 1979 con la Mitteleuropa Orchestra, poi si trasferisce a Berlino, poi ancora ad Amsterdam dove rimane per molti anni moltiplicando le sue esperienze. Esperienze di jazz, ma non solo. Ad esempio su commissione del Festival October Meeting di Amsterdam esegue una composizione che incorpora elementi musicali della Val Resia. Nel 1996 torna in Friuli e da alcune nuove collaborazioni escono le prime produzioni con l’etichetta Folkest Dischi. E’ del 2001 Discantus, un disco in cui D’Agaro suona discanti aquileiesi post-gregoriani con un organista. Silvio Donati è invece un pianista. Un pianista che oltre all’attività concertistica, lavora molto come arrangiatore e compositore collaborando con diverse realtà locali friulane. Anche lui ama gli incontri e le contaminazioni tra mondi diversi culturali o tra ambiti espressivi. Lo raccontano bene i tre dischi precedenti, prodotti da Folkest Dischi: Impression, L’antico incontra il moderno e La luce nelle tenebre. L’incontro tra i due musicisti era inevitabile ed era inevitabile che la musica che ne sarebbe scaturita assomigliasse ad un racconto.
Tiziano Menduto
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