Cordenons (PN), Centro Culturale Aldo Moro, 10 gennaio – 17 febbrao 2015.
Questa mostra è un sogno che si avvera ed anche un piccolo miracolo – si legge nella presentazione dell’iniziativa ideata e promossa da Ortoteatro e Compagnia Walter Broggini, grazie al contributo del Comune di Cordenons, dell’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia, Confcooperative Pordenone, BCC Pordenonese e con il Patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Pordenone.
Un sogno perché molti mesi fa, quando abbiamo iniziato a immaginare questa esposizione, e poi più volte durante le varie fasi del suo allestimento, l’idea di poter riunire ed esporre in una mostra collettiva le opere di cinque giganti del Teatro d’Animazione italiano ci è sembrata impresa irrealizzabile, nulla più che un sogno destinato tristemente a svanire e che invece si è alla fine realizzato. E un piccolo miracolo perché, a trentacinque anni di distanza dalla storica, enciclopedica e indimenticata mostra Burattini Marionette Pupi tenuta nel 1980 a Palazzo Reale a Milano, consente di ammirare nuovamente riuniti assieme, i materiali teatrali di cinque artisti che, con i loro spettacoli, hanno segnato un’epoca straordinaria, gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, l’epoca del passaggio dal teatro delle grandi famiglie burattinaie e marionettistiche di tradizione ottocentesca alla modernità dei nuovi materiali, dei nuovi linguaggi e delle nuove compagnie. Insieme ad altri, in primis Maria Perego col suo Topo Gigio, Maria Signorelli, Otello Sarzi, Tinin e Velia Mantegazza, Lele Luzzati, hanno contribuito in maniera fondamentale e indelebile, in quegli anni ricchi di energie e fermenti sociali e culturali, alla rinascita del Teatro d’Animazione in Italia e all’affermarsi sulle scene teatrali di un fenomeno nuovo, il Teatro Ragazzi. Artisti poliedrici, approdati al teatro di burattini da percorsi di vita e formazione i più diversi, chi come Signorelli, Mantegazza e Luzzati cresciuti nel crogiuolo della pittura e delle arti visive, chi come Velia Tumiati dal teatro di prosa, chi come Sarzi discendente e continuatore di una lunga stirpe di burattinai girovaghi; ma tutti capaci, nei loro variegati e paralleli percorsi di sperimentare, trasformare e innovare radicalmente il mondo dei burattini, delle marionette e del teatro d’ombre. Gli spettacoli delle compagnie cui hanno dato vita, già negli anni Cinquanta la Signorelli con L’Opera dei Burattini e Sarzi col Teatro Sperimentale Burattini e Marionette, a metà degli anni Settanta i Mantegazza col Teatro del Buratto e Luzzati col Teatro della Tosse, rimangono nella storia e nella memoria teatrale non solo italiana. Così come permangono segni forti e tangibili della loro influenza e della loro capacità di essere non solo artisti ma, al contempo, divulgatori e “maestri”; tanti dei gruppi che ancora oggi calcano le scene e i palcoscenici sono nati, e sono talvolta ancora composti, da teatranti cresciuti nelle loro botteghe. È anche grazie alla loro opera se il Teatro d’Animazione italiano continua, pur in un periodo di drammatica crisi economica e culturale, a mostrare segni di vitalità e tenace resistenza. Una resistenza, di cui questa mostra è piccola testimonianza.
A breve un servizio più dettagliato sulla mostra.
Per informazioni: roberta@ortoteatro.it
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