DUNYA RECORDS, FY 6001 2, 1999 – FOLK TRADIZIONALE/QUATTRO PROVINCE
C’è una sostanziale differenza fra questo CD e precedenti lavori di altri artisti che a una prima superficiale lettura potrebbero anche apparire analoghi ed è una differenza che ci spinge a classificarlo come potete leggere appena poche righe più sopra e non in altro modo. Certo, è essenzialmente un disco per piffero e fisamonica; è una produzione che affonda le proprie radici nel repertorio ampio di una delle più affascinanti e ricche tradizioni musicali italiane, quella delle cosiddette Quattro Province; è il frutto del progetto comune di due giovani musicisti che sono entrambi da considerare come allievi di Stefano Valla, ma non è un disco di semplice riproposta. Quantomeno, non lo è completamente, o a noi non piace definirlo (in un certo senso) così. Ci sono per lo meno tre buoni motivi che ci inducono ad affermare quanto avete appena letto: si chiamano “Correvo più delle mie gambe”, un valzer tradizionale arrangiato in modo originale grazie all’intervento della buona chitarra di Alberto Graziani; “Alessandrina in LA”, che ne segue il modulo; “Caprifoglio (per E.)”, una composizione tutt’altro che banale del pifferaio Domenichetti. Ci sono, cioè, all’interno di “Per sentieri di festa”, queste e altre buone ragioni per giudicarlo un più che incoraggiante esordio discografico per due poco più che ventenni musicisti, giovani ma già rodati alle feste da ballo appenniniche e a non poche apparizioni anche al di fuori di quest’area di tradizione viva. Un disco completo nonostante i pochi strumenti utilizzati, grazie anche agli interventi vocali di Stefano Valla e di altri canterini della zona e alla partecipazione di altri giovani musicisti.
Un segnale che anche in Italia, quando si ha la fortuna di aver fatto proprio un repertorio vivo e ricco, è possibile dire musicalmente qualcosa di nuovo pur senza uscire da confini stilistici e ambiti emotivi che, anziché apparire come soffocanti vincoli, divengono serena guida e forte motivazione di una scelta.
Roberto G. Sacchi
Lascia un commento