Molti anni fa Edoardo De Angelis scrisse una canzone, Luci, fuochi e stelle, che iniziava così’:
“Il mio amico che fa il fotografo
Con l’arte della professione
Dà la caccia a rughe e pentimenti
Sulla faccia delle persone
Nei sorrisi appena accennati
Ti indovina voglie di partire
In un angolo delle labbra
Quello che hai dentro e non volevi dire.”
Il suo amico che fa il fotografo è Peppe D’Arvia, che ora inaugurerà la mostra “Ritratto di cantAutore” (venerdì 30 gennaio alle ore 19 presso Spazio Tetenal – Piazza dei Navigatori 6/A, a Roma.
“Come lui non ce ne sono più. – afferma ancora lo stesso De Angelis – Il suo rapporto con la luce, la sua sensibilità, la sua raffinatezza, la nitidezza dell’immagine, la professionalità che per più di trent’anni ha contribuito all’immagine della Canzone d’Autore.”
Peppe D’Arvia nasce nel 1946 nel quartiere Salario, a Roma, città nella quale porta a compimento gli studi scientifici. Nel periodo universitario avviene l’incontro con la Fotografia, attraverso la conoscenza con un giovane fotografo di grande talento, Aldo Santoni, che lo inizia e lo appassiona alla scrittura con la luce. Sul finire degli anni ’60, i primi approcci lavorativi sono dedicati alle foto di architettura, con i colleghi universitari, e ai ritratti di coetanei, giovani artisti non ancora famosi. Nel suo primo atelier, aperto con il proprio maestro e collega, transitano, infatti, giovani attori ancora in attesa di successo, come Mariangela Melato, Simonetta Stefanelli, Fabio Testi, Michele Placido, e altri già affermati, come Marisa Barenson e Janet Agren. Nel B/N, che esalta la prevalenza del linguaggio evocativo su quello descrittivo svincolando l’immagine dalla fedeltà rappresentativa del colore, D’Arvia trova la strada più conforme all’indole personale. Tuttavia, l’evoluzione del lavoro gli richiede lo sconfinamento nel mondo del colore per la realizzazione delle prime copertine di dischi. Il settore della discografia, nel quale viene introdotto dall’amico d’infanzia e cantautore Edoardo De Angelis, diviene, infatti, il principale ambito di applicazione, affiancato da cinema e teatro, con qualche incursione nel mondo della pubblicità. I primi anni Settanta lo vedono prezioso osservatore di quanto nasce e si sviluppa a Roma nell’ambiente musicale. Ne segue i fermenti e ne ritrae gli artisti più significativi, e quelli che lo diverranno. Alcune tra le prime esibizioni di Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Edoardo De Angelis al Folkstudio, poi di Rino Gaetano, Amedeo Minghi, Mimmo Locasciulli, non sono che alcune delle preziose testimonianze del suo archivio fotografico. Spesso Peppe D’Arvia instaura con i soggetti fotografati un rapporto di reciproca stima e fiducia che lo porta a seguirli con costanza nel tempo. Per alcuni di questi diventa un riferimento indispensabile per l’immagine professionale. Così accade con De Gregori: suoi i ritratti più famosi del cantautore romano degli anni Settanta e Ottanta, sue le copertine di dischi di successo quali La valigia dell’attore e Scacchi e Tarocchi, sua la documentazione della fortunata e storica tournée Banana Republic compiuta dallo stesso De Gregori insieme con Lucio Dalla e Ron. Ugualmente, instaura rapporti professionali di lunga durata con Sergio Endrigo, Lucio Dalla, Amedeo Minghi, Edoardo De Angelis, Mimmo Locasciulli. Oltre i già citati, e tra gli altri, negli anni ’70, ’80 e buona parte dei ’90 Peppe D’Arvia raccoglie e stampa moltissime immagini di Claudio Baglioni, Don Backy, Luca Barbarossa, Ernesto Bassignano, Nino Bonocore, Angelo Branduardi, Sergio Bruni, Bungaro, Franco Califano, Sergio Caputo, Luca Carboni, Milly Carlucci, Kim Carnes, Rossana Casale, Mario Castelnuovo, Ivan Cattaneo, Gaio Chiocchio, Riccardo Cocciante, Bruce Cockburn, Paolo Conte, Fratelli De Angelis, Peppino Di Capri, Franz Di Cioccio, Dire Straits, Donovan, Keith Emerson, Leon Everett, Marco Ferradini, Leo Ferrè, Lando Fiorini, Riccardo Fogli, Alberto Fortis, Gilda Giuliani, Goblin, Ivan Graziani, Francesco Guccini, Inti Illimani, Enzo Jannacci, Goran Kuzminac, Little Tony, Muzzi Loffredo, Jenny Mc Kean, Cristiano Malgioglio, Fiorella Mannoia, Mia Martini, Maurizio Micheli, Milva, Gianni Morandi, Ennio Morricone, Nada, Mariella Nava, Anna Oxa, Gino Paoli, Adriano Pappalardo, PFM, Sergio Rendine , Rettore, Katia Ricciarelli, Ron, Luciano Rossi, Stefano Rosso, Demis Roussos, Rosanna Ruffini, Schola Cantorum, Bobby Solo, Amy Stewart, Giovanni Tommaso, Toquinho, Tosca, Peter Tosh, Federico Troiani, Paola Turci, Uto Ughi, Ornella Vanoni , Roberto Vecchioni, Renzo Zenobi, Renato Zero.
E’ difficile numerare e ricordare la quantità di copertine realizzate per moltissimi artisti.
Con l’avvento del digitale, si defila leggermente e si applica soprattutto ad approfondire studio e conoscenza dello sviluppo e della stampa: un’arte. Nello stesso tempo riscopre la passione per l’approfondimento di argomenti scientifici. L’applicazione di tali studi gli permette di brevettare alcune invenzioni funzionali alla professione e alla vita di tutti i giorni.
C’è un tempo per fare e uno per osservare e condividere i frutti del proprio lavoro. Oggi, per Peppe D’Arvia è giunto il momento di divulgare l’esperienza e i documenti raccolti negli anni, di partecipare le testimonianze del suo trentennale percorso professionale.
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