Sono assieme da poco più di un anno e mezzo ed hanno già saputo accattivarsi le simpatie del pubblico e gli apprezzamenti della critica musicale. Vengono dall’Irlanda i cinque Dallahan, e grazie al decennale fiuto di Gigi Bresciani di Geo Music iniziano ad essere conosciuti anche nel nostro Paese, sempre pronto ad accogliere i nuovi gruppi di matrice celtica ma capace anche di riconoscere la qualità degli stessi, qualche volta non sempre elevata.
Questo naturalmente non è il caso dei Dallahan. Basta ascoltare questo loro magnifico lavoro d’esordio “When the day is on the turn”, un altro bell’esempio di quella che a me piace chiamare la Nuova Musica Irlandese. Si naviga “of course” nel solco della tradizione, ma oltre a questo c’è la capacità di scrivere nuove composizioni e quella di “infiltrare” ritmi e suoni di altre “dove”. Il brano omonimo è un medley di due danze e di una ballata cantata da Jack Badcock con un invidiabile equilibrio sonoro, e “Spicy Shoes” ha quel certo ritmo swingante e “quel” mandolino che appare come una delle migliori e fedeli re-incarnazioni della Dawg Music di grismaniana memoria, per non parlare delle “Maggie’s Jigs” che ci riportano alla migliore Irlanda musicale.
Certo, la musica dell’Est Europa aveva già fatto la sua comparsa in quella irlandese molti anni fa con i sublimi Planxty (grazie ad Andy Irvine) ma in “The chosen and the true volt” la melodia transilvanica è così bene nascosta dal testo inglese e dall’arrangiamento che sembra in effetti un tradizionale irlandese, mentre “Sun Dog” è la metamorfosi tra una nuova composizione di Jani Lang ed un altro tradizionale magiaro. Forse per questo devono anche ringraziare la frequentazione di Balogh Kalman, ma i ragazzi ci hanno messo parecchio del loro per essere originali e per confezionare uno dei più intelligenti dischi di matrice celtica di questi ultimi tempi.
Se in voi arde il sacro fuoco della Keltia musicale, questo gruppo fa per voi. Ballate gente, ballate.
Alessandro Nobis
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