Un luogo, La Somme ed un giorno a caso: 1° luglio 1916, più di sessantamila morti nel primo attacco delle truppe alleate contro quelle tedesche.
Stesso luogo, La Somme, ed un altro giorno di pochi anni fa, stavolta attorno ad un tavolo da pranzo della famiglia McDonnell. Il nonno di Kevin McDonnell, francese, intona pochi versi di “L’Enfant de Strasbourg”, imparata nelle Fiandre dalla madre molti anni prima. Così mi immagino sia nata l’idea di questo “It’s along way to Tipperary”, una raccolta di ballate nate durante quel terribile ed inutile conflitto che rese orfani, vedove e fratelli milioni di uomini e donne.
Michael (voce, mandolino, banjo e chitarra), Simon (voce, chitarra, bodhran, tin whistle) e Kevin (voce e accordeon), orginari di Kilkenny, rendono omaggio alle loro origini che comprendono quelle irlandesi, francesi, inglesi e tedesche con un repertorio vario ma allo stesso tempo non dispersivo e concentrato sui temi più conosciuti e ed altri molto meno del repertorio in questione. Da “Lily Marlene” (in origine un poemetto dell’amburghese Hans Leip, soldato sul fronte russo, e musicato nel 1936 da Norbert Schultze) a “Quand un soldat” di Francis Lemarque e Nathan Korb), da Salonika (un’armata inglese impegnata sul fronte greco – macedone) fino alla celeberrima “It’s a long way to Tipperary”, inizialmente cantata dal reggimento irlandese del Connaught durante la marcia forzata su Boulogne ed al tradizionale “Foggy Dew”, che descrive la rivolta della Pasqua del ’16 e che invitava esplicitamente gli irlandesi a combattere per la causa irlandese piuttosto che unirsi all’esercito britannico ed andare sul continente nelle trincee.
Arrangiamenti semplici ed efficaci, direi ideali per un disco come questo. Sembra di essere lì con i McDonnell intorno alla tavola imbandita con un bicchiere di vino in mano, con i benevoli fantasmi dei soldati inutilmente scomparsi che volteggiano nella sala da pranzo.
Struggente ed evocativo. Cercatelo.
Alessandro Nobis
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