E’ sempre bello sapere che il nostro caro vecchio fingerpicking continua ad essere tenuto in auge anche dalle nuove leve chitarristiche. Matteo Gobbato, classe 1987 fin da giovane dimostra un grande interesse per la musica: a 12 anni inizia lo studio del pianoforte che abbandona qualche anno dopo per avvicinarsi a 16 anni al mondo della chitarra acustica, iniziando da autodidatta lo studio dei primi accordi. Si rende conto ben presto che la sua non è soltanto una passione momentanea tanto che nel 2011 decide di raccogliere le sue prime composizioni in un cd autoprodotto dal titolo GIROvagando, 9 tracce originali con il quale si è qualificato ai primi posti nei più prestigiosi concorsi nazionali per giovani chitarristi emergenti. Contemporaneamente pubblica su YouTube alcuni video che lo mettono subito in bella evidenza, suscitando l’interesse di case discografiche ma specialmente della Taylor Guitars, di cui diventa endorser, fatto che pochissimi chitarristi italiani possono vantare. Il disco A Window To Somewhere comincia già a piacere per il titolo, facendoti subito pensare ad una immaginaria finestra affacciata su un giovanilistico “qualcosa”… qualcosa di positivo, in evoluzione, caratterizzato dall’ ottimismo e dallo stupore che un ragazzo di 28 anni che suona la chitarra così bene non può non avere. I brani dell’album confermano la prima impressione: gli stili ed i ritmi sono quanto di più vario ed accattivante, spaziando dal blues alla ballata acustico sentimentale (particolarmente toccante il brano Love), senza trascurare il funky acustico di Cabrio 66 e Out of time. Ovvio che possiamo riconoscere dei riferimenti stilistici ad alcuni grandi, e guai se non fosse così… fra i righi potremmo scovare Pietro Nobile e Peppino D’Agostino, Ed Gerhard ed il vecchio caro Tommy Emmanuel. Non male come punti di riferimento, anche perchè la volontà è comunque quella di andare oltre e di tracciare una via propria. E Matteo pare ci stia riuscendo molto bene.
Lascia un commento