è giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione e continua a confermarsi come uno degli eventi più significativi della stagione estiva in Provenza. Il programma del 2014, dopo l’apertura gratuita in occasione della festa nazionale del 14 luglio, prevedeva quattro serate incentrate rispettivamente su America del Nord, con il jazz vocale di Gregory Porter, America latina, con la cubana Ourquesta Aragon, Africa nera, protagonista il virtuoso di jeli ngoni (un particolare strumento a corde dell’Africa occidentale) Bassekou Kouyate dal Mali, Mediterraneo, e, nella seconda serata gratuita, il cinema.
Noi abbiamo partecipato alle ultime due giornate, di cui vi andiamo a riferire.
Come il solito, gli spettacoli si articolavano in esibizioni di “artisti da strada”, un concerto minore sulla Place Neuve e il concerto principale nell’affascinante cornice del Castello. A partire dalle 7.30 di sera le stradine della cittadina sono state percorse dai divertenti “Tutatis”, un gruppo delle Baleari, sei grandi orsi che si muovevano al suono della musica e improvvisavano scatenati balli con gli spettatori, mentre poco dopo è partito il concerto dei Forabandit, un composito trio proveniente da Francia, Iran e Turchia, che ha offerto una musica di contaminazione, mescolando tradizione e modernità, echi trobadorici e accenti di rock psichedelico, il tutto proposto con indubbia tecnica e passione da tre musicisti di spessore: Sam Karpienia, canto occitano e mandola, Ulaş Özdemir, canto turco e saz, e Bijan Chemirani, percussioni. Intanto nella Place Vieille aveva luogo l’elegante esibizione de “L’Hydragon”, eleganti volteggi alla corda accompagnati dalle suggestive note dell’accordeon e da una nostalgica chanson, per un’atmosfera tipicamente francese.
La conclusione al Castello è stata affidata alla voce della cantante algerina Souad Massi, trasferitasi in Francia nel 1999 per sfuggire alle minacce di morte dell’estremismo islamico, un’artista pressoché sconosciuta in Italia, ma assolutamente meritevole di essere “scoperta”. Il concerto proposto, come sempre con una resa acustica perfetta, è stato molto intenso, ricco di emozioni e di sonorità preziosamente in equilibrio fra tradizione e modernità, taglienti chitarre rock e delicate sonorità dello oud, influenze mediterranee (flamenco, fado, chaâbi algerino) e americane (folk singers come Joan Baez e Tracy Chapman, ma anche country): insomma, eccellente world music o, se preferite folk rock, supportata da una band tecnicamente ineccepibile, che ha permesso all’emozionante voce di Souad Massi, in primo piano nei momenti acustici più intimi, di alternarsi a un sound più aggressivo nei brani corali. Peccato che gran parte delle canzoni fossero cantate in arabo, anche se non sono mancati brani in francese e addirittura in inglese, precludendo così, nonostante le presentazioni dell’artista, una piena comprensione dei testi.
L’ultima data del festival, come già l’anno scorso, è stata “tematica”: nel 2013 con una serata dedicata al circo, mentre quest’anno la scelta è caduta sul cinema. Bisogna dire che per alcune esibizioni il legame è stato abbastanza labile, anche se tutte si sono rivelate, sia pur in modi diversi, ampiamente godibili.
Hanno aperto le danze “Les Frères Locomotives”, che hanno portato in giro per Grimaud il loro sound frizzante, ricco di echi di vecchio jazz e di film degli anni ’20 e ’30, seguiti da “Morena la Griotte”, con il suo curioso triciclo e le sue canzoni da strada, “Mr Blok” e i suoi trucchi magici, particolarmente apprezzati dai bambini, e i due simpatici protagonisti del “Mobilo Cine”, che con i loro cortometraggi hanno offerto uno sguardo stralunato sulla realtà quotidiana, un po’ alla Charlot.
Tre sono stati invece gli eventi “stanziali”: sulla Place Vieille “La sourire du naufragé” di Claire Ducreux, spettacolo di teatro-danza e mimo, di grande delicatezza ed eleganza, che evocava anch’esso atmosfere chapliniane, il “Cirque Rouages” al Castello, una sorta di “spettacolo totale”, capace di fondere suggestivamente danza, mimo, musica e canto con l’arte circense e le tecniche dell’equilibrio su una corda sospesa, infine quello che, a nostro parere, è stato ha rappresentato il “top” della serata: sulla Place Neuve è stato proiettato Le vacanze di Monsieur Hulot, il mitico film muto del 1953, opera seconda, e per molti capolavoro, del comico francese Jacques Tati, accompagnato dalle azzeccate musiche del Collectif D999, un gruppo di quattro musicisti di Nimes (contrabbasso, vibrafono, saxofoni, batteria, ma anche megafoni, utensili da cucina, ferraglie varie e perfino pietrisco…)
Per la chiusura del festival siamo tornati sulla piazza antistante il Castello da dove è partita la parata del gruppo basco “Deabru Beltzak”, incalzante musica percussiva, maschere demoniache, fuoco e fiamme veramente infernali, che si è conclusa sulla Place Neuve in un tripudio di suoni e luci, che hanno salutato questa edizione delle Grimaldines e hanno dato appuntamento alla prossima estate.
PAOLO ZARA
Per ulteriori notizie e immagini delle Grimaldines l’indirizzo internet è il seguente: http://www.les-grimaldines.com/
La pagina ufficiale di Souad Massi è all’indirizzo: https://fr-fr.facebook.com/Souad.Massi
Lascia un commento