Vittorio Grisolia, violinista di lungo corso, che ha al suo attivo una miriade di partecipazioni a gruppi e progetti musicali di varia natura nell’area bergamasca (dai Samadur agli Jahla, dai Roncastalda alla Compagnia violinistica “La Mila” e ai Cantosociale (solo per citarne alcuni!), si lancia in una nuova avventura artistica insieme a due giovani e bravi strumentisti, Fabio Brivio (baghèt, musette du centre) e Giovanni Baronchelli (fisarmonica, piano accordion, baghèt). Il loro CD, “Musica dalla Tradizione bergamasca”, presenta un repertorio unicamente strumentale, composto di 10 ballabili, 5 canti e una marcia, prevalentemente attinto dall’area della Val Gandino. Il progetto è sicuramente ambizioso, soprattutto in un momento in cui il popolo del folk appare attratto soltanto dai concerti a ballo e piuttosto indifferente nei confronti di altre esperienze, e, proprio per questo, sembra destinato a essere, purtroppo, un prodotto di nicchia, anche se di alto livello, riservato, crediamo, a un pubblico ormai minoritario, interessato ancora alla ricerca e alla riscoperta dell’immenso patrimonio tradizionale della nostra penisola.
Se un appunto possiamo rivolgere all’album degli Smorfiàcc (“suonatori” nell’antico dialetto “gaì” dei pastori bergamaschi e bresciani) è la mancanza di brani anche vocali, che lo avrebbero connotato di una maggiore varietà espressiva, e magari reso fruibile a un pubblico più ampio. Al di là di questo limite, “Musica dalla Tradizione bergamasca” è un lavoro ben registrato (fra l’altro praticamente in presa diretta) e ottimamente suonato, in cui ogni brano offre intense emozioni all’orecchio e allo spirito dell’ascoltatore: se dovessimo fare una scelta, essa cadrebbe sulla traccia d’apertura, l’aggressiva “Giga Castelli”, in origine una “suonata d’allegrezza” a cinque campane raccolta a Gandino, il piacevole medley di “Melodie Lombarde”, una serie di arie tratte da canti tradizionali rielaborate da Vittorio Grisolia, l’energico arrangiamento del “Concerto di Campane di G. Pegurri”, un brano raccolto dal ben noto Valter Biella di Bandalpina, la struggente melodia di “Dolce Madonna Bionda”, una canzone della prima metà del ‘900 proveniente dalla Val Gandino, il “Valzer 43”, tratto da un manoscritto di fine ‘800, e, a chiudere, la “Marcia 16”, per tre baghèt e un interessante arrangiamento con seconda voce. In conclusione, come abbiamo già detto, un album assolutamente da consigliare agli amanti della più autentica tradizione popolare e a chi non si rassegna all’idea una folk music ridotta a colonna sonora di ballerini più o meno abili! Infine una menzione particolare al bellissimo libretto, frutto del talento grafico di Giovanni Baronchelli, il fisarmonicista degli Smorfiàcc, completo a livello informativo e pregevole dal punto di vista estetico.
Paolo Zara
Per contatti:
sito web http://www.smorfiacc.it/
Fabio Brivio +39 3381689677
Giovanni Baronchelli +39 3336411690