FOLKCLUB-ETHNOSUONI ES 5370, 2008 – FOLK CONTEMPORANEO/PIEMONTE
Sotto il nome collettivo di Ensemble Sinigaglia si celano personaggi ben conosciuti della scena musicale piemontese: i tre chitarristi classici Enrico Negro, Ignazio Viola, Mario Cosco e la cantante Paola Lombardo; i primi noti anche come Trio Vivaldi, la seconda per essere voce di molti progetti legati al canto popolare della regione e non (Compagnons Roulants, Tri Muzike, Le Vijà, Il viaggio di Sigerico…). Intuitivamente, l’idea è quella di fondere il classico e il popolare soprattutto attraverso la rilettura colta operata dal compositore contemporaneo Carmelo Lacertosa di alcuni fra i temi più conosciuti del repertorio raccolto dai ricercatori, primo fra tutti Leone Sinigaglia (1868-1944), allievo di Dvoràk a Praga. Una operazione culturalmente importante, che getta un ponte fra ambienti solo apparentemente distanti, più per frequentazione che per mancanza di reali basi di convergenza. Scrive nell’introduzione all’opera Roberto Cognazzo, pianista e musicologo, di cui ricordiamo l’interessante Cd dedicato all’attore Erminio Macario, realizzato insieme a Raffaella De Vita (Folkclub-Ethnosuoni 5332): “Niente ghironde, pifferi o percussioni, dunque, ma l’embricato intreccio di diciotto corde che gli arrangiamenti… sfruttano con accorta saggezza senza indulgere da un lato a tentazioni canzonpiolistiche e, dall’altro, senza avventurarsi in cervellotici remake sperimentali”. Ci pare che l’analisi colga il bersaglio, mirando al centro del problema: l’operazione condotta non solo è legittima e opportuna, ma si pone come ambasciatrice di un equilibrio possibile fra mondi diversi, senza per questo indulgere a facili semplificazioni o inutili intellettualismi. Vero è che alcune soluzioni adottate si rivelano più immediate di altre, come per esempio La Barchëtta, che pareva attendere da anni un arrangiamento come questo per brillare in tutto il suo splendore melodico. Fatto è che il disco si ascolta molto volentieri, soprattutto per la sua capacità di condire il già sentito con il gradevole e gustoso contrasto del rigore, anche esecutivo, che ben opera a sostegno di temi musicalmente liberi e difficilmente imbrigliabili in un discorso codificato senza usar loro violenza alcuna. Ai quattro protagonisti, accomunati nella lode per il coraggio dell’impresa e il meritorio risultato, si affiancano in alcune tracce la formazione d’archi Quartetto Tamborini e il pianista Fabio Lovera. Insolito, stimolante, punto di contatto ideale fra differenti ma convergenti modi di interpretare la Musica. Laddove la maiuscola non è affatto casuale.
Enrico Lucchesi
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