Un album dedicato al ritmo, elemento primario che contraddistingue la musica tradizionale del sud Italia, ed “esprime la volontà – come si legge nelle note di presentazione – di riunire la musica delle regioni meridionali in un progetto artistico sperimentale che rimane saldamente ancorato alla tradizione della tarantella, soprattutto attraverso gli ipnotici tempi di danza, sovvertendo gli schemi sonori e armonici della musica popolare.”
Giuliano sin da bambino viene a contatto con culture diverse vivendo la propria infanzia tra Italia e Francia, arricchendosi così di una spiccata sensibilità musicale che ben si materializza in questo suo ultimo lavoro.
“Madre” è la seconda fatica discografica di Giuliano Gabriele, dopo il primo suo disco, “World Tarantella”, che ha favorevolmente impressionato come opera prima già di una certa maturità.
Multistrumentista, Giuliano Gabriele si esibisci all’organetto, dove ha davvero un bel tocco e una buona musicalità ella zampogna. La sua voce è accompagnata da una schiera di fidi amici musicisti cha vanno dal Lucia Cremonesi (che è anche autrice di alcuni testi) alla viola e alla lira calabrese a Eduardo Vessella ai tamburi a cornice e alle percussioni, a Giovanni Aquino alle chitarre, a Gianfranco De Lisi al basso, per finire a Gianmarco Gabriele alla batteria. Olte a loro vediamo anche la presenza di alcuni ospiti di prestigio, come Antonio Infantino, Francesco Loccisano, Giuseppe Grassi, Gabriele Russo e Goffredo Degli Esposti.
Dieci i brani di questo “Madre”, tra i quali troviamo molte composizioni dello stesso Gabriele che, lo ricordiamo è italo-francese e gode di quella particolare situazione di chi vive a cavallo di culture diverse: “Ohi che bell’aria”, “Madre, “Tarantella di Sannicandro, “Ballicrepa”, “Preghiera de glie cafone”, “La Logica”, “Lettera dalla Francia”, “Tammù”, “Beddu Tambureddu”, “Memorie Sospese”. Una leggere predilezione, da parte nostra, per i brani da ballo.
Giuliano Gabriele, è utile ricordarlo, è stato il recente vincitore del Premio Parodi a Cagliari e di conseguenza sarà presente nel 2016 a Folkest e al Negro Festival.
Felice Colussi