Il calcare ha un suono liquido, semplicemente perché questa pietra dal punto di vista geologico non è altro che acqua fossilizzata. La memoria della ‘materia acqua’ evidentemente è rimasta impressa. Basta accarezzarla e vengono fuori i suoi suoni, non sono i miei suoni. Il basalto ha invece origine vulcanica, si sente soltanto il suono del fuoco e della terra. Ogni materia ha la propria memoria, accarezzandola tiro fuori quello che c’è dentro. – così spiegava il suo lavoro.
Era un vero alchimista, un uomo che amava tutto ciò che toccava con le sue mani.
Sciola, 74 anni, celebre in tutto il mondo per la sua attività artistica e in particolare per le sue sculture, soffriva da tempo di gravi problemi di salute: anni fa aveva subito un’operazione all’intestino ma aveva reagito alla malattia con il suo solito spirito combattivo. L’ultimo male, invece, non gli ha dato scampo.
Era nato nel 1942 e dopo gli studi al Liceo Artistico di Cagliari ha studiato a Firenze, Salisburgo, Madrid e Parigi. Studiò poi con Minguzzi, Kirchner, Kokoschka ,Vedova e Marcuse e neisuoi numerosi viaggi per l’Europa ha conosciuto Giacomo Manzù, Fritz Wotruba, Aligi Sassu e Henry Moore. Dopo esser ritornato negli anni Settanta in Sardegna, ha dato vita alla straordinaria esperienza del paese-museo a San Sperate una cittadina a pochi chilometri da Cagliari, che diventa fulcro di bel un movimento artistico e culturale ancora attivo; le mura del paese si arricchiscono di murales realizzati da artisti isolani e artisti che arrivano da tutto il mondo.
Nel 1976 è presente alla Biennale di Venezia e nel 1984 espone alla Besana e in Piazza degli Affari a Milano. Nel 1985 le sue opere sono alla Quadriennale di Roma e fra l’86 e l’87 una grande mostra itinerante tocca le più importanti città della Germania. Seguono poi varie esposizioni nel parco del castello di Ooidonk in Belgio, nel Palace Trianon di Versailles e nel parco del Centro Kunst Project di Barndorf Bei Baden presso Vienna. Nel 1996 nascono le sue ormai leggendarie pietre sonore, che vengono suonate per la prima volta dal percussionista Pierre Favre al Time in Jazz di Berchidda, in Sardegna: suoni inediti e complessi che fuoriescono inaspettatamente dalle pietre sonanti raccontando e rivelando la vita musicale della materia. Liberano la voce segreta custodita al suo interno e rimasta sepolta per migliaia di anni. E forse risuonavano così gli antenati degli odierni strumenti musicali. Non c’è solo percussione nelle sue pietre sonore, ma anche una vibrazione alchemica che viene dall’anima della materia.I litofoni sono suoni lontani dalle rigidità delle partiture scritte e predeterminate, lasciati liberi, in grado, come aveva anticipato John Cage, di andare là dove essi vanno e di essere ciò che essi sono.
Nel 2008 un’altra azione artistica, questa volta ispirata alla pace: Sciola ricopre con i Semi della Pace il sagrato della Basilica di San Francesco ad Assisi. Nel 2011 all’Istituto italiano di Cultura a Madrid inaugura l’esposizione Città sonore. Nel 2012 espone a Cagliari un omaggio a Gaudì-NOSTONE con le opere in ferro all’interno della Basilica di San Saturnino.
L’11 luglio 2012 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nomina Pinuccio Sciola Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Lo stesso anno il Presidente inaugura il monumentale tricolore di Sciola al porto di Cagliari Le pietre della cultura per consolidare le fondazioni dell’unità d’Italia. Nel 2013 riceve il Premio Dessì a Villacidro e il Premio Gente di Sardegna a Villanova Monteleone, mentre nell’anno successivo firma la scenografia dell’opera Turandot al Teatro Lirico di Cagliari e viene insignito del premio Medaglia Beato Angelico in occasione del 450° anniversario della morte di Michelangelo. Infine, nel 2015, durante la cinquantesima edizione di Marmomacc a Verona l’Associazione Nazionale Le Donne del Marmo gli conferisce il Premio Donna del Marmo 2015.
Le sue opere sono presenti oggi nelle collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
In questi anni ha sempre tenuto aperto a chiunque volesse visitarlo il suo personale Giardino Sonoro: un uliveto dove si possono ammirare, toccare e suonare le sue gigantesche, suggestive pietre sonore. Sciola faceva da animatore e guida del giardino e suonava volentieri le sculture a chiunque volesse sentire il suono della pietra. Solo il marmo di Carrara, a suo dire, non era in grado di produrre suoni e per questo il Mosè di Michelangelo era muto!
Renzo Piano, che nel 2003 scelse una sua scultura per la Città della Musica a Roma, lo ricorda così:
C’è un patto tra Pinuccio Sciola e le pietre di Sardegna, tant’è vero che assomigliano l’uno alle altre come due gocce d’acqua. Deve essere la ragione per cui le pietre si lasciano fare di tutto da lui: tagliare, perforare, frammentare. Riesce persino a farle suonare. Fantastico.